Il fregio del Vesuvio
Lo scultore Hermann Schievelbein è stato uno degli artisti che nell’Ottocento rivoluzionò quest’arte, portandola ai massimi livelli. Del suo talento rimase molto impressionato il direttore del Neues Museum di Berlino, uno dei musei di archeologia più importanti al mondo: basti pensare che qui dentro è conservato il celebre Busto di Nefertiti e più di 50 sarcofaghi.
Poco dopo la metà dell’800 il direttore del Neues Museum propose a Hermann Schievelbein di collaborare con l’ente museale, donandogli una delle sue opere che sarebbe rimasta lì dentro fino alla fine dei tempi. La grande passione per la storia portò il geniale scultore a riprodurre quella parte di archeologia che più gli interessava, che più lo appassionava: gli scavi di Pompei ed Ercolano furono portati alla luce nel secolo precedente grazie al re Borbone Carlo III, e la notizia fece il giro del mondo. Ogni intellettuale, artista, storico o professore aveva nella testa il sogno di vedere da vicino e toccare con mano i famosi scavi. Tra gli ammiratori c’era proprio Hermann Schievelbein, il quale non resistette a costruire un lungo fregio del vesuvio che ricordasse proprio la fuga dei Pompeiani durante l’eruzione: Der Untergang Pompejis (Gli ultimi giorni di Pompei). Il Vesuvio in questione è raffigurato come una grande bocca che ride, indirizzata proprio verso i cittadini di Pompei, mentre scappano.
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Dall’altro lato Napoli, riprodotta attraverso personaggi che sono intenti a danzare e a divertirsi, mentre a Pompei c’è una tragedia in atto. Tutto ciò è ben visibile proprio all’ingresso, in alto e al centro. Questo imponente fregio è il simbolo del Museo, tanto è vero che è disegnato sul ticket d’ingresso. Impossibile non rimanere a bocca aperta davanti a un’opera così d’impatto, così come la voleva l’artista. Il Neues Museum accoglie più di 10 milioni di turisti all’anno e fa parte dell’isola dei Musei statali di Berlino insieme a: il Pergamonmuseum, il Bode-Museums, la Alte Nationalgalerie e l’Altes Museum.