Si intitola “Leaver” il nuovo Ep del progetto musicale campano Corde Oblique. Un lavoro suddiviso nei singoli “Leaver”, “John Ruskin – Shooting Star” e “Chapter 7”. Il 2024 sarà il diciottesimo anno della band che vanta una intensa attività live in tutto il mondo e che nel prossimo dicembre 2023 sarà protagonista del su terzo tour in Cina. In “Leaver” i Corde Oblique si esaltano in un nuovo sound, energico e contaminato da elettronica, chitarre elettriche e synths. La creatività esplode all’interno di mondi affrescati con tinte synthpop, methal e triphop. Trasversalità, energia, ma anche fervida ispirazione , che ha fatto sbocciare un nuovo progetto assolutamente caratterizzante e distintivo.
Tre singoli a creazione del vostro nuovo EP. Come si sono suddivise le lavorazioni di singoli “Leaver” e Joshn Ruskin?
Il lavoro è stato piuttosto lineare. La voce di Rita Saviano conferisce a questi pezzi tanta energia e il modo in cui li ha interpretati mi rende davvero felice. Idem per il volino di Edo Notarloberti. Ci siamo affidati alla creatività ed alla professionalità di Salvio Vassallo per la parte Dei snyhts analogici e per la registrazione dei brani. Ci tenevo ad iniziare un lavoro molto diverso dal solito, per questo ho preferito iniziare con un EP. Prendersi tempo per valutare i propri lavori è fondamentale in modo da non sporgersi troppo sull’orlo e non rischiare. Tra qualche mese forse riuscirò a capire meglio se la direzione intrapresa sarà stata quella giusta.
I singoli contengono differenti stili e contaminazioni. Dall’elettronica, ai Sigur Ròs sino al metal a postrock. Possiamo definirlo un Ep trasversale?
Direi di sì. Il postrock è un genere che mi ha sempre intrigato. Spero che quest’essere “trasversale” possa portare alla scoperta di essere qualcos’altro e non un semplice esperimento. Le fasi intermedie sono quelle più interessanti. Continuare a ripetere i propri schemi già riusciti non produce nulla, se non sul momento. Il caso di Pistoletto a Napoli è emblematico. Riproporre un’opera degli anni ’60, uguale a sé stessa, a distanza di così tanto tempo, è superfluo ed ha poco a vedere con quanto Pistoletto portava avanti nella sua fase propulsiva. La spirale manieristica, la copia di sé stessi, è assolutamente ridondante ai fini del concetto creativo. Spero, nel mio piccolo, di avere sempre la voglia di rimettermi in discussione.
Avere una attività fervida, attiva di live soprattutto all’estero vi ha comunque forgiati nel vostro stile musicale?
Di sicuro si tratta di un ping-pong importante. Viaggiare per la musica ci offre spunti di fervida ispirazione. Essendo uno storico dell’arte attingo molto a questa fonte come energia creativa. Visitare nuovi luoghi e vedere nuove opere mi dà tanta forza creativa. Di recente siamo stati a Sofia (in Bulgaria), dove ho avuto la fortuna di visitare il museo delle icone che ha subito dato il via alla scrittura di un nuovo brano, che stiamo registrando insieme alla cantante bulgara Denitza Seraphim; e poi ad Ashaffenburg, in Germania.
Il 2024 segnerà il vostro diciottesimo anno di carriera artistica, prolifica e importante. Come siete proiettati verso questo prezioso traguardo?
Dopo un periodo difficile nella sfera personale spero di riuscire a dedicarmi alla musica con tanta serenità e a continuare il mio lavoro per il nuovo album. Spero inoltre che i concerti incrementino e che il pubblico napoletano sia sempre più desideroso di musica. Ultimamente c’è troppa distanza tra divertimento e cultura, le persone credono che ciò che sia denso, spesso e importante, sia necessariamente noioso. La noia è spesso data dalla mancata disposizione a comprendere delle cose che non sono immediate, ma richiedono solo un po’ di pazienza in più. Se questa pazienza c’è lo spettro del godimento si allarga e nuovi orizzonti di bellezza si schiudono inattesi.
Se doveste racchiudere in un aggettivo il vostro progetto “Leaver”, quale scegliereste?
Credo siano più calzanti gli aggettivi proposti dagli ascoltatori, dai critici musicali e dai giornalisti. Spero si tratti di un lavoro onesto e soprattutto autentico. La musica fatta con il solo fine di piacere e accontentare la platea mi ha sempre dato fastidio. D’altronde sarebbe falsato negare la soddisfazione a cui aneliamo tutti noi musicisti una volta pubblicato un brano. Vedere i numeri che salgono è sempre rincuorante e rinfrancante. Tuttavia non deve essere quello il fine, ma un risultato – casuale e imponderabile – dato dalla verità del proprio lavoro e dal chiedersi se si ha qualcosa di nuovo da dire, o meno.
Sergio Cimmino
Redattore radiofonico: Sergio Cimmino
Classe 1982. Si occupa di musica, cultura e spettacoli. E’ autore e redattore radiofonico. Ha collaborato per emittenti radiofoniche e testate nazionali. Collabora attualmente con Nonsolo.tv, Lenews.info, La Domenica Settimanale e Il Cappuccino-Nova Edicola.