Curiosità. Un decalogo racconta le regole del condominio napoletano, al centro di molte storie sul piccolo e grande schermo
Chi vive in un condominio si trova a rapportarsi con una figura professionale che volente o nolente, più volente!, si ritrova immersa nella vita quotidiana di tutti coloro che lo abitano: il portinaio o portiere di palazzo. I suoi compiti sono quelli di sorvegliare l’immobile, accogliere i visitatori e fornire loro informazioni, occuparsi della manutenzione delle parti comuni dell’immobile che gli è affidato, distribuire la posta e in alcune realtà pulire le scale e alcuni spazi. Ecco, proprio il fatto di smistare la posta dei condomini oppure ricevere per primi le visite di questo o quel residente permette al portiere di avere una visione globale delle famiglie che fanno parte del condominio, delle loro abitudini, di qualche preoccupazione, dei loro affari e così via. Anche il condomino talvolta trova nel portiere un buon alleato con cui confidarsi, al quale chiedere un favore o a cui lasciare un imbasciata (‘a ’mmasciat) per qualcuno che, causa forza maggiore, non potrà incontrare al suo arrivo.
Fatto questo preambolo sarà facile trasporre quanto detto sino a ora sulla figura del portinaio a Napoli, nei suoi quartieri e nelle sue meravigliose strade panoramiche. Le regalie a Pasqua e a Natale che non mancano mai, le chiacchierate delle signore che tornano da fare la spesa, la richiesta del “piacere” di cambiare la lampadina o il soffermarsi a prendere un caffè durante il lavaggio delle scale. Sono tanti i modi in cui il portiere a Napoli si intrattiene con i condomini o gli ospiti che passano, e il Decalogo del condominio napoletano chiarisce bene anche alcuni punti della vita di un condominio partenopeo:
1) Non alzare il volume della radietta quando si fanno i servizi con la porta aperta.
2) Non spannere i panni sulle facciate esterne. Spannerli solo all’interno e strizzicarli bene. (Non stendere i panni sulle facciate esterne. Stenderli solo all’interno e strizzarli bene).
3) Non suonare il clacson, né alluccare per chiamare parenti e amici che stanno all’urdimo piano. Me pare che urdimamente hanno inventato il citofono. (Non suonare il clacson, né urlare per chiamare parenti e amici che stanno all’ultimo piano. Mi sembra che abbiano inventato il citofono).
4) È vietato il lancio della munnezza dal balcone al cassonetto, perché quando non ci cogliete bene, la strada dove voi abitate diventa una fetenzia.
5)Non annacquare le piante abbondantemente… ca pare ‘ o diluvio universale. (Non annaffiate le piante abbondantemente… che sembra il diluvio universale)
6) Non azzeccare le ciungomme nell’ascensore… ca pe levà ce vo ‘a mano ‘e Ddio!! (Non azzeccare chewinggum nell’ascensore che poi per toglierlo ci vuole un gran lavoro).
7) Non scotoliare mesali e tappeti, ca fetenzia e munnezza vanno a fernì dint ‘e case d’a gente. (Non sbattere mensalie tappeti, che la risulta va nelle case sottostanti).
8)Non parcheggiate i motorini nell’androne, perché’ sinnò ‘o fanno tutti quanti!
9) Nun scassate le cassette della posta, ve po’ sempre arrivà nu lascito!!
10) Attenzione quanno acalate il panaro a non ciaccare nisciuno!!(Attenzione quando abbassate il panaro facendo attenzione di non far male a nessuno) P.S. Il Signor portiere non è il vs. servo, Il signor portiere non serve. E l’Amministratore nun e’ o padrone d’o Palazzo!!!
Questo simpatico scritto la dice lunga su quello che può essere lo spaccato della vita di un condominio, magari proprio nel cuore della città, e rende simpatica questa figura che a un certo punto prende le redini in mano della situazione e, bonariamente, cerca di far rispettare le regole al condominio. In alcuni casi non le rispetta nemmeno lui, ma questo è un piccolo particolare che non affronteremo.
Anche il mondo del cinema si è accorto di questo mestiere molto caratteristico e alla figura del portinaio, che tutto osserva e ode dalla sua posizione privilegiata, ha dedicato diverse pellicole. Il più famoso, e a tratti anche tenero, che Napoli ricorda è sicuramente Antonio Bonocore, protagonista assieme a Lo Turco e Cardone de La banda degli onesti del 1956. Preferenza che gli viene data non solo per il suo interprete, ovvero Totò, ma anche per il personaggio, onesto e leale anche se un po’ invadente ed impiccione ma sicuramente irreprensibile! E proprio lo smistamento della posta permette a Bonocore di scoprire i problemi economici del tipografo, del quale non “ingarra” mai il nome corretto e l’intimo di sfratto di Cardone al quale porge la seguente battuta, quando l’incredulo pittore non vuole accettare: “Cardò e l’intimo non vi rode?”.
Nel famoso film di Luciano De Crescenzo Così parlò Bellavista del 1984 il professor Gennaro Bellavista e tutto il condominio di portieri ne avevano addirittura tre, ovvero Armando, il portiere titolare, interpretato da Luigi Uzzo, Ferdinando, il sostituto portiere, interpretato da Salvatore La Rotonda, ed ancora Salvatore, il vice sostituto portiere ovvero Benedetto Casillo. Spostandoci nel mondo delle soap, protagonista incontrastato è il portiere di Palazzo Palladini, situato sulla collina partenopea di Posillipo, Raffaele Giordano nella longeva serie Un posto al sole, interpretato da Patrizio Rispo.
Ultimo in ordine di tempo è lo spassoso portiere, anzi secondo portiere con ambizioni di portiere, Massimiliano Gallo protagonista nel film di Vincenzo Salemme Una festa esagerata che, conoscendo i fatti e i misfatti del ricco palazzo cerca di rendersi utile allo scopo di convincere i condomini a farlo assurgere a portiere. Anche il teatro ha dedicato a questa figura molto spazio proprio per quel suo caratteristico modo di essere.
Purtroppo però lo spazio a nostra disposizione è terminato e riusciamo solo a citare il grande Eduardo De Filippo che scrisse Parlate al portiere, una commedia in due atti, scritta in collaborazione con la sorellastra Maria Scarpetta nel 1933 anche se non è mai stata pubblicata.