“Io non sono finta, in nessuna situazione. Sono sempre me stessa. Me lo sono tatuato qui sul polso: the luxury of being yourself”. Carolyn Smith di tatuaggi ne ha 9, o forse anche più, come lei stessa afferma: “Ho perso il conto!”. Ognuno di essi rappresenta un momento particolare della sua vita. Tra questi uno è davvero indelebile: sono i 4 punti che le hanno fatto per il posizionamento della radioterapia dopo la scoperta del tumore al seno nel 2015. Sono lì ogni giorno a ricordarglielo, ma non ad abbatterla, mai. Il giudice di “Ballando con le stelle” combatte pubblicamente la sua battaglia contro l’«intruso», così definisce il suo cancro. Lo fa mostrandosi a testa rasata in rete o in tv nella trasmissione che non ha abbandonato durante la malattia, lo fa incitando le donne alla prevenzione, lo fa anche attraverso il suo libro, uscito ad ottobre e presentato l’11 dicembre alla libreria Mooks: “Ho ballato con uno sconosciuto” (HarperCollins), una testimonianza autentica di amore per se stessi e un invito a «sorridere e non mollare mai».
A Napoli 10 anni fa ha ricevuto la telefonata con la proposta di diventare il presidente della giuria di “Ballando con le stelle”. A Napoli la ritroviamo oggi per raccontare l’esperienza che le ha cambiato la vita. Quanto è diversa la Carolyn di adesso da quella di allora?
“Se devo dire la verità mi sento uguale ma più profonda. Non ho cambiato il mio modo di guardare alle cose ma credo di più in quelle stesse cose. Oggi non do nulla per scontato. In pratica mi rendo conto che i principi che avevo prima adesso sono come marchiati dentro di me. Il modo di seguirli è lo stesso, ma è cambiata l’intensità”.
Tra i suoi principi anche il celebre «smile no matter what». Racconta che l’ha imparato da sua mamma. Quanta forza ci vuole per sorridere sempre, qualunque cosa accada?
“Credo ce ne voglia tanta. Se penso a mia mamma, a quel che mi diceva o a quel che ha fatto, solo ora mi rendo conto della forza che aveva. Per quel che riguarda la mia tenacia, posso dire di essere sempre stata così, sin da ragazzina, ma questo grazie ai miei genitori che non mi nascondevano nulla. Così ho visto come affrontavano i problemi e ho potuto imparare da loro. Poi quando prendi un’abitudine quell’abitudine diventa te, è parte del tuo Dna.
Ecco perché mi viene facile sorridere anche quando non me la sento. In quei momenti dentro di me sto pensando a come devo affrontare quella data cosa, ma il mio sorriso è genuino”.
Nel libro parla anche del potere che ha la danza di trasformare le persone e persino di curarle e racconta dei progetti che ha messo in atto: il Sensual Dance Fit, uno speciale programma per riscoprire la femminilità e allenare il corpo e la World Dance Therapy…
“Si, adesso utilizzo la mia disciplina anche per fare altre cose. Dance is not what I do, it’s what I am! Per me è vita: non possiamo vivere senza respiro, ma io non posso vivere senza ballo. Insegno ma non è un lavoro, è una missione per me. In questa situazione ho usato la danza in un modo totalmente diverso per aiutare in primis me stessa e poi anche gli altri. In tanti con il Sensual Dance Fit hanno migliorato la qualità della loro vita: dai rapporti di coppia, ai problemi di insonnia, le situazioni più disparate. Diverse strutture poi stanno proponendo la danza come terapia. Prossimamente sarò all’Università di Roma perché lì abbiamo iniziato la World Dance Therapy: stiamo conducendo una ricerca scientifica sui benefici che apporta il ballo e li documentiamo attraverso le analisi del sangue e quelle psicologiche. Vogliamo provarli concretamente e scientificamente”.
C’è qualcosa che non è ancora riuscita a realizzare, un obiettivo in divenire?
“Mi piacerebbe fare un programma con al centro le donne. Vorrei fosse quanto più possibile reale e concentrato sulla vita quotidiana. Vorrei rivolgermi a loro in modo semplice: spesso le trasmissioni che trattano dei problemi femminili sono artificiose e sofisticate. Ma tante di noi non hanno neanche il tempo o il modo di mettere in atto quelle soluzioni. E allora vorrei proporre qualcosa più alla portata di tutti: dalla cucina al vestiario, alla salute. Consigli pratici perché io per prima sono così”.
A quando il prossimo tatuaggio?
“Io dico sempre a mio marito che sto pensando di farne un altro e lui dice: «No, basta!». Devo trovare la cosa giusta e normalmente mi arriva nei momenti più strani. Come con questo (indica il polso, ndr): ero a New York e stavo andando verso l’aeroporto. Sul Brooklyn Bridge si è fermata la macchina e un raggio di sole ha illuminato la borsa dell’albergo dove avevo infilato tutta la mia roba, perché la mia si era rotta, e lì c’era scritto: the luxury of being yourself. Appena arrivata in Italia sono andata a farlo. Insomma, devo aspettare che arrivi…”.