“Sembra Napoli”, “accade solo a Napoli”, “mica siamo napoletani?”.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ovunque. Da sempre.
In tv, sui giornali, sul web; al bar, tra la gente, nelle teste.
Da loro a noi. Un virus inoculato che ha finito per convincere tutti.
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” diceva qualcuno.
Bisogna guardarli tutti in fila certi episodi; di seguito, d’un fiato.
Non limitarsi a conclusioni semplicistiche del tipo “ma se ce l’hanno tutti con noi, un motivo ci sarà, no?”. Bisogna provare a guarda a fondo, dietro le parole, dietro chi le dice.
Ne ho raccolti una buona parte, molti già denunciati. Li ho mischiati a quelli storici, cronici.
Ho visto il pedigree di chi le esprime, mi sono sforzato di capire quello che chi vomita i soliti luoghi comuni non si sforza mai di fare. Sta tutto dentro “Sputtanapoli”, il mio primo libro.
Perché, ogni tanto, è il caso di sputtanare pure gli altri.
Dal 15 novembre disponibile in libreria e negli store online.
Per averlo a casa propria il giorno stesso, con dedica, basta cliccare qui.