È passata meno di una settimana dalla morte di Susy V., ventunenne di Casoria, ennesima vittima dell’anoressia in una Campania tutt’altro che adeguatamente organizzata per trattare questi implacabili disturbi del comportamento alimentare. E non si è fatta attendere la reazione dell’Associazione ” Artemisia – Una voce per l’Anoressia” che da ormai quattro anni, partendo dall’isola d’Ischia, si è resa paladina di un messaggio di informazione, sostegno e speranza per le famiglie che vivono un dramma spesso poco approfondito ma non per questo meno implacabile. “Ho rivissuto nella tragedia di Susy l’assurdo calvario che, proprio nel luglio del 2015, portò alla morte di mia figlia e che, successivamente, mi spinse a fondare questa Associazione -rivela il Presidente di Artemisia, Prof. Paolo Massa-. Oggi, a distanza di quattro anni, l’anoressia può contare un’altra giovane vittima, una morte annunciata che ancora una volta mette in evidenza il vulnus istituzionale, professionale, tecnico e burocratico che in Campania, ma non solo e con l’indifferenza di un sistema sanitario nazionale tutt’altro che presente ed erudito in materia, dovrebbe assumersi la maggior fetta di responsabilità per quanto accaduto. Scriverò subito alle principali cariche dello Stato, al Ministro della Salute e al Presidente della Giunta Regionale della Campania -conclude Massa-ma non escludo affatto che in assenza di un riscontro immediato possa decidere di cominciare lo sciopero della fame.“
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