Home Cronaca di Napoli e provincia Un Natale “indimenticabile” al Sud

Un Natale “indimenticabile” al Sud

Il Natale al Sud è la festività più sentita e pregnante di usi, consuetudini e tradizioni che secolarmente si ripetono in barba alla demoniaca globalizzazione avallata da una buona parte di classe politica corrotta e da un Clero miscredente. Quest’anno però, complici scelte scellerate di un Governo che di fatto ha esautorato il Parlamento con una finta opposizione, ci ritroveremo a rimpiangere quei Natali rumorosi che da sempre hanno accompagnato, quasi, tutti noi, inconsapevolmente fortunati.

E come lo trascorreranno i nostri “vecchietti” pensando che, malauguratamente, potrebbe essere l’ultimo? Come è possibile il solo pensiero di lasciarli soli a festeggiare senza il conforto dei nostri abbracci e delle nostre grida festanti? È possibile che siano riusciti ad inculcarci un’inesistente responsabilità addossandoci anche sensi di colpa ed accuse di negazionismo se soltanto osiamo criticare e detestare l’ennesimo decreto legge di Conte e la 98esima ordinanza del governatore campano? Le colpe e le responsabilità, sia ben chiaro, non appartengono al popolo per quanto i media asserviti e indottrinanti da mediocri politici possano aver cercato di convincerci. In realtà (se non pensiamo al peggio e alla corruzione di governi venduti all’alta finanza), l’aver giocato, soprattutto al Sud, a colpi di tagli ed inadeguatezze sul nostro, un tempo, ottimo servizio sanitario ha avuto la conseguenza di vederci inondati di divieti, limitazioni della libertà personale, prossima inoculazione di vaccini non adeguatamente testati e verità sommesse così poco rispettose delle nostre intelligenze. Non crediamo affatto che i nostri governanti si siano svegliati tutti d’un tratto così desiderosi di salvaguardare la nostra salute quando ci fanno morire di Ilva, Terre dei Fuochi, rifiuti tossici e radioattivi, di mancate bonifiche, di screening mai fatti. È possibile che siano gli stessi che monopolizzano la circolazione di tabacchi e liquori, gli stessi che hanno eliminato gran parte dei medici di famiglia e fatto scomparire posti letto ed ospedali? Possibile che abbiano ancora il coraggio di legiferare dopo che il loro modello da seguire nella gestione della “pandemia” si sia rivelato una vera ecatombe con l’Italia protagonista di un triste primato nel mondo di morti di Covid ogni 100.000 abitanti? Nonostante il sentirsi vittime di esperimenti, già in gran parte riusciti e portati a compimento, come quello del principio metaforico della rana bollita di Noam Chomski o quello della finestra di Overton, emblema del meccanismo perverso di persuasione e manipolazione di masse, noi non ci arrendiamo e cerchiamo una normalità che in questo Natale, più degli altri , passa anche attraverso l’invito all’acquisto consapevole di prodotti della nostra Terra boicottando gli acquisti online e preferendo i negozi del nostro quartiere. E rimarcare le nostre tradizioni in un momento di disagio e fragilità è un atto doveroso, ragion per cui evviva la vigilia di Natale all’insegna di profumate pietanze di mare, insalata di rinforzo, fritturine, frutta secca, il Natale con la minestra, la pasta e le carni al forno e a Santo Stefano le “mafalde” con salsa e ricotta. Tre giorni tra tombola e giochi di carte, regali nuovi e riciclati, dove i dolci del nostro territorio sono i protagonisti assoluti: struffoli, roccocò, susamielli e mostaccioli che, anno dopo anno, recuperano fette di mercato sottratte all’invasione di panettoni e pandori, dolci gustosi e saporiti, per carità, ma che a casa di un vero napoletano non dovrebbero entrare mai se non quelli artigianali dei nostri maestri pasticcieri. E dire che la paternità del panettone è attribuita a Toni, un lucano alle dipendenze degli Sforza a Milano e ancor prima, apparso orgogliosamente, nel beneventano a San Nazzaro, in un panettone ante litteram, i “rurmiente”i dormienti perché venivano fatti lievitare per lungo tempo sotto le coperte.

E allora Buon Natale a tutti noi. Meritiamo la pace. E meritiamo anche dei politici che amino davvero il popolo che li ha eletti.

Previous articleCapodichino, 7 positivi al Covid-19 tra i passeggeri provenienti da Londra
Next articleDiego raccontato dal cronista tifoso