“Colera e Coronavirus sono due cose distinte. Del colera noi sapevamo sostanzialmente tutto nel 1973, ma trattandosi di una patologia di tipo esotica, la diagnosi fu abbastanza difficile nei primi giorni e fu fatta a Torre del Greco. I pazienti vennero da noi, a Napoli, con un sospetto di colera. E noi già sapevamo fosse una malattia batterica a contagio feco-orale, facilmente controllabile. Per quanto riguarda il Coronavirus: è un virus sconosciuto, cioè ha antigeni sconosciuti al nostro sistema immunitario, tanto è vero che è riuscito a creare una pandemia. Questa è la grandissima differenza”. Sono le parole dell’infettivologo Francesco Saverio Faella a Tg Club Speciale Coronavirus in onda su Teleclubitalia.
“Mentre noi avevamo grande capacità di contrasto, conoscendola la terapia da adottare, in queste condizioni non abbiamo una terapia specifica né un vaccino. E per tanto le difficoltà che avremo nei mesi futuri saranno grandi fino a quando non avremo un vaccino che metterà in condizioni di creare un’immunità diffusa nei pazienti, e quindi creare un’immunità di gregge, l’unica che potrà azzerare i contagi”, ha dichiarato l’infettivologo per decenni in servizio al Cotugno di Napoli.
“Del Coronavirus non sappiamo quasi niente. E sono sostanzialmente d’accordo con tutte le ipotesi messe in campo dai miei colleghi. Allora andiamo ad analizzare le tre ipotesi:
La possibilità che scompaia: sì, è possibile. Per analogia abbiamo virus della Sars, il quale improvvisamente è scomparso. Abbiamo una seconda possibilità, cioè che con la stagione estiva il virus scompaia comportandosi analogamente a quello che fanno i virus influenzali. È possibile, ma noi abbiamo un’altra esperienza, cioè quella del virus della Mers, il quale era presente negli Emirati Arabi, dove sappiamo che di solito la temperatura è sui 35º e arriva anche intorno ai 50º. Dunque, questo virus potrebbe tranquillamente essere presente nelle nostre regioni anche a temperature elevate.
Per cui tutte le possibilità sono aperte. A seconda di quella che ci piace, noi potremmo abbracciare una di queste ipotesi, ma è un tentativo di dire qualcosa ma in fondo non abbiamo possibilità di dire nulla. Potrei dire che scomparirà l’epidemia a giugno perché così sarò ricordato come quello che aveva previsto la sua fine. In effetti non c’è nessuna possibilità tecnica scientifica oggi per dire cosa succederà nei prossimi mesi”.
Poi sulla sperimentazione dei farmaci ha aggiunto: “Noi sappiamo che questo virus è un Rna. Avendo questa certezza, siamo andati a prendere tutti gli antivirali attivi utilizzati contro i virus a Rna e li abbiamo testati tutti. Non c’è altra possibilità per noi che utilizzare quello che riteniamo più possibile ed efficace o impiegare tutti quei farmaci che agiscono sulla patogenesi del sintomi. Io ho sempre creduto che si possa trovare un vaccino: la vaccinazione del 50/60% della popolazione può far sì che il 40% della popolazione non venga colpita dalla malattia. Quindi o con l’ammalarci o con il vaccino potremmo realizzare l’immunità di gregge”, ha concluso Faella.