Dopo il lungo periodo dell’emergenza sanitaria, adesso è soprattutto l’incubo della guerra ad attanagliare i nostri cuori per cui la prossima Supplica alla Madonna di Pompei – tra gli eventi più attesi dai fedeli di tutto il mondo – sarà recitata probabilmente con il pensiero rivolto a quanto sta succedendo in Ucraina, nella speranza che si fermi questa escalation che potrebbe portarci alla catastrofe. Tutti raccolti in preghiera spiritualmente attorno al Papa, e a coloro che “davvero” vogliono un negoziato per la pace…
La messa e la santa Supplica dell’8 maggio saranno presiedute dal cardinale Mario Grech che reciterà le preghiere con l’arcivescovo del santuario di Pompei, monsignor Tommaso Caputo.
Coloro che non riescano a raggiungere Pompei, potranno seguire questo evento del “mese mariano” tramite la televisione oppure in streaming. La Supplica infatti domenica prossima sarà trasmessa in diretta televisiva a partire dalle 10,30 su Canale 21 e in diretta streaming su www.canale21.it (la più antica emittente televisiva libera della nostra regione da sempre trasmette in diretta i più importanti eventi religiosi che si svolgono a Napoli e nella Campania). In questo modo l’emittente dell’editore Paolo Torino permetterà ai telespettatori di partecipare alla preghiera universale per la pace, la solidarietà, la salvezza del mondo. Il commento dell’evento è affidato a Peppe Iannicelli e Loreta Somma, con interventi di Antonio Salamandra; e servizi e collegamenti nel VG21 del direttore editoriale Gianni Ambrosino.
E poi diretta televisiva anche su Tv2000, l’emittente della Conferenza episcopale italiana. Entrambe le tv, come noto, sono seguitissime.
Ma la Messa in tv assolve il precetto domenicale?
Secondo la liturgia cristiana, la Messa e altre feste di precetto richiedono la partecipazione personale, comunitaria, e non il semplice assistere (al momento dell’Eucarestia per esempio l’assemblea insieme al sacerdote unisce l’offerta di sé a quella di Cristo): senza presenza fisica, non si soddisfa il precetto. Ma secondo il parere di alcuni teologi va tenuto presente anche il principio che nessuno è tenuto a compiere atti “impossibili”. Per questo motivo chi è ammalato, anziano, o particolarmente lontano dal luogo della celebrazione, o comunque impedito o impossibilitato, potrebbe non essere tenuto al precetto (anche se non è possibile equiparare la partecipazione reale a quella mediata e virtuale). Le Messe in tv rappresentano comunque una forma assai valida di aiuto alla preghiera, spesso vissute con partecipazione e devozione dal fedele, che – nell’impossibilità di portare l’offerta all’altare – comunque può fare della propria vita (malattie, debolezze, speranze, timori) una offerta da unire a quella di Cristo.
lu. ru.