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Spiagge di Napoli maltrattate dai bagnanti. Pulizia e recupero ormai arrivano “dal basso”

Degrado. Il litorale della città tra rifiuti e abbandono: sempre più diffuse le iniziative di sensibilizzazione delle associazioni

Inizia la bella stagione, le giornate si allungano, fa buio più tardi e un sole caldo abbraccia un cielo sereno incorniciando la città di Napoli: la città del sole. L’aria frizzantina che preannuncia l’estate diffonde una voglia irresistibile di recarsi in spiaggia per godersi un po’ di mare. Nel week end la città si sveglia con un caotico via vai di macchine e motorini, diretti verso i più noti litorali partenopei. Spesso e volentieri le famiglie si recano al mare portando con sé il famoso sacco della “marenna”, contenente il pranzo e le bibite per soddisfare ogni tipo di bisogno.

Purtroppo per mancanza di civiltà, di educazione e di cultura, i vari rifiuti generati dai pasti vengono abbandonati sulle spiagge, spiagge che si affollano di buste e bottigliette di plastica, unite a mozziconi e spazzatura varia. Sabato 9 giugno il WWF ha organizzato una maratona per ripulire la spiaggia della Gaiola, un’area marina protetta del Golfo di Napoli che sorge in via Posillipo.

L’iniziativa chiamata “Spiagge Plastic Free” è stata promossa a livello nazionale, e punta a sensibilizzare contro l’inquinamento del mare causato dai rifiuti. Il CSI Gaiola Onlus (Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus), che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente marino-costiero, ha ospitato l’evento. Un raduno che ha visto la partecipazione di numerosi volontari che hanno speso il loro tempo per la pulizia della spiaggetta di Cala S. Basilio: un’attività che li ha coinvolti anche attraverso l’utilizzo di kayak per ripulire il mare a favore di una pesca sostenibile. Come la Gaiola tantissime altre bellezze che affacciano sul mare partenopeo vivono un attuale stato di abbandono, dettato dal menefreghismo comune, radicato nella cultura napoletana.

Un atteggiamento di inciviltà che “calpesta e maltratta” le spiagge di Napoli. Tali litorali, che affacciano sulla costiera e sulle isole di Ischia e di Capri, e che regalano paesaggi mozzafiato invidiati da ogni parte del globo, attirando milioni di turisti ogni anno, non meritano di essere ripagati in questo modo. Bisogna prendersi cura delle bellezze che Napoli ci offre, e quindi ben vengano iniziative che operano per sensibilizzare e civilizzare la popolazione attraverso l’organizzazione di eventi, proprio come ha fatto il WWF. Amare la propria città vuol dire rispettarla, e trattarla con lo stesso garbo che si riserva quando si visita una città straniera. Bisognerebbe imparare ad essere tutti i giorni un po’ turisti della propria città.

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