Pulcinella, la maschera partenopea più irriverente della Commedia dell’Arte affonda le sue origini nelle antiche rappresentazioni teatrali romane, le Atellanae. Qualcuno infatti lo associa a Maccus, personaggio ghiottone delle Atellanae, altri a Kikirrus per la sua voce stridula come quella di un gallo.
La nascita della maschera ufficiale di Pulcinella si deve però a Silvio Fiorillo, un attore capuano del ‘600, che restò colpito da un quadro del Carracci che raffigurava Puccio d’Aniello, un contadino di Acerra che decise di lasciare il suo lavoro nei campi per unirsi come buffone ad una compagnìa errante. Nel quadro era evidente il volto scurito dal sole di Puccio e il suo naso ricurvo e pronunciato. Così Fiorillo inventò il personaggio di Pulcinella ( da Puccio d’Aniello appunto ) con una maschera nera dal naso adunco, panciuto, con pantaloni larghi bianchi e casacca bianca, cappello bicorno, baffi e barba. Fiorillo divenne Pulcinella in tutte le sue rappresentazioni teatrali che riscossero un notevole successo non solo a Napoli ma in tutta Italia. Pulcinella, astuto e irriverente, al Nord trovò come antagonista Arlecchino, la maschera bergamasca sciocca e credulona.
Il Pulcinella come lo conosciamo noi, senza baffi e barba e col cappello attuale si deve ad Antonio Petito nell’800 che cambiò anche un po’ il carattere della maschera. Pulcinella, oltre ad essere l’archetipo del napoletano, il lazzaro di buona forchetta, allegro, burlone, amante della musica e del dolce far niente, impegnato in piccoli lavoretti saltuari, cosciente dei propri problemi e capace di trovarne sempre una soluzione con sorriso ed ironia, iniziò anche a farsi beffe dei potenti spiattellando in pubblico i loro “segreti” a difesa dei più poveri e dei più deboli. Di qui nasce l’ironico detto “il segreto di Pulcinella” ossia la capacità della maschera di non riuscire a tenere segreti raccontando apertamente a tutti colpe e mancanze dei potenti.
Un grande interprete della maschera di Pulcinella fu Eduardo De Filippo nel film del 1959 Ferdinando I Re di Napoli, nel quale Eduardo-Pulcinella denunciava le colpe di re Ferdinando.
Le burle di Pulcinella allieteranno ancora oggi e domani adulti e bambini che si ritroveranno per le vie del Vomero a festeggiare il Carnevale.
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