Ma dopo la crisi da coronavirus i prezzi sono aumentati? A distanza di poco più di una settimana dalle riaperture il Centro Consumatori Italia, l’associazione guidata da Rosario Trefiletti, ha fatto il punto sugli aumenti, in particolare al bar e dai parrucchieri già rilevati nella Fase 2 dell’emergenza covid-19.
Vediamo i bar: in base alle segnalazioni gli aumenti continuano ad essere moderati e quasi tutti concentrati nelle regioni del Nord del Paese e si assestano a circa un 10% di aumento.
Mentre per quanto riguarda parrucchieri e centri estetici le segnalazioni sono più omogenee in termini di territorialità geografica, comunque e fortunatamente non sono generalizzate, ma laddove esistenti si assestano purtroppo ad aumenti di un 25-30% in più.
«Non c’è alcuna motivazione che giustifichi simili comportamenti, – fa notare il presidente Trefiletti – se non il ritardo con cui si stanno realizzando le norme di agevolazione nei loro confronti esplicitate nei decreti governativi: che vanno dagli affitti, alle bollette, agli spazi esterni, ai prestiti e alla importantissima cassa integrazione in deroga per le piccole imprese».
Oltretutto, aggiunge Trefiletti, «le autorità tengano ben presente che il potere di acquisto delle famiglie non brilla certamente a causa della situazione socio-economica del Paese – disoccupazione, precariato, cassa integrazione – e che aumenti dei beni e dei servizi può portare solo una ulteriore contrazione del mercato ricadendo negativamente sulle stesse attività di impresa».
Per quanto riguarda Napoli bisogna rifarsi all’ultimo report del Comune e relativo al mese di aprile e confrontarlo con quello del mese precedente, cioè marzo e con lo stesso mese di aprile del 2019. Naturalmente per avere cognizione più precisa bisognerà attendere a giugno il report sul mese di maggio.
Ad aprile, comunque, il prezzo di prodotti alimentari e delle bevande alcoliche era aumentato dello 0,9% rispetto a marzo 2020, e del 2,4% rispetto ad aprile 2019. In aumento anche i servizi ricettivi e di ristorazione, con un +2,4% confrontato col mese scorso e +1,6% rispetto ad aprile 2019.
In picchiata invece i costi per abitazione, acqua, elettricità e combustibili: -4% sia rispetto a marzo 2020 che ad aprile 2019. Per quanto riguarda gli altri settori, invece, variazioni minime. Per esempio il costo dei trasporti era in calo dello 0,5% e dell’1,7% rispetto ai periodi di riferimento. In calo anche le comunicazioni: solo -0,2% rispetto al mese scorso, ma -2,8% in un anno.
Quanto ai generi alimentari, più in particolare si segnalava un aumento considerevole dell’8,5 per cento dei vegetali freschi.