Il futuro deciso dai potenti riuniti al Lingotto
Ancora una volta gli uomini del Sud anticipano tutti e profetizzano il ruolo del Bilderberg. Come accade da ben 64 anni, da quando per la prima volta si tenne, almeno ufficialmente, la prima conferenza presso l’hotel De Bilderberg nei Paesi Bassi, voluta dal banchiere David Rockfeller (con l’intento di porre un argine alle “ingerenze” sovietiche in seno agli Stati d’Europa e contestualmente gettare le basi per una più consistente collaborazione – ma sarebbe meglio scrivere “colonizzazione” – tra USA ed Europa), anche quest’anno si è appena conclusa, tra il riserbo più assoluto e la complicità dei mass media, la riunione tra personalità infulenti e potenti finanzieri scelti in vari ambiti: dall’industria alla politica, dalle banche al giornalismo. Luogo scelto, per decidere i destini di noi, popolo bue, è stato il quartiere fieristico Lingotto di Torino, per noi del Sud capitale assoluta del Male ma universalmente riconosciuta, da un punto di vista esoterico, come il luogo magico di maggiore concentrazione di forze del male e del bene in quanto uno dei vertici del triangolo della magia nera (assieme a Londra e San Francisco) e di quella bianca (con Praga e Lione). A fare da padrone di casa, il rampollo John Elkann, presidente di Fiat Chrysler Automobiles che ha sostituito, come un abile gioco tra scacchisti, il ramo degli Agnelli pur essendone imparentato. Tra gli italiani invitati: Alberto Alesina, professore di Economia all’Harvard University; Lucio Caracciolo, editor-inChief della rivista di geopolitica Limes; Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia di cellule staminali all’Università di Milano e senatrice a vita; Vittorio Colao, Ceo di Vodafone Group; la oramai onnipresente Lilli Gruber, giornalista e presentatrice di Otto e mezzo, su La7 Tv; Mariana Mazzucato, professoressa di Economia all’University College London; Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia e, udite udite, tra i partecipanti anche Pietro Parolin, cardinale e segretario dello Stato Vaticano, Stato ricchissimo, come ben sappiamo, in termini di patrimonio immobiliare e riserve auree, e così ben avvezzo al capitalismo tanto da ospitare qualche giorno prima, presso la “Santa Sede”, tutti i vertici delle compagnie petrolifere con la risibile motivazione di voler contribuire ad affermare le energie alternative ma in realtà mero esecutore di un “saggio consiglio” elargito da Steven C. Rockefeller il quale, nel corso di un simposio organizzato sul tema “Religione e Ordine mondiale”, in vista della “costruzione di un mondo pacifico” teorizzava “la necessità di un’etica globale assegnando quindi alle religioni il compito importante di motivare i rispettivi fedeli alla comprensione e all’assunzione di questa etica”.
E la Santa Sede non si sottrae di certo e non rischia di perdere sempre più posizioni rispetto agli altri manipolatori della realtà cosicché diventa sempre più complice di quel Governo occulto in grado di manovrare un gregge di uomini sempre più precarizzato, apolide e sfruttato da uno stato di polizia e di coercizione e al quale non è dato sapere di cosa abbiano parlato i potenti del Bilderberg. Le discussioni di queste riunioni si svolgono in base alla regola del “Chatam House” un obbligo morale di non fare mai menzione del nome del relatore che non potrà quindi mai essere identificato fuori dalla riunione del Bilderberg avvenuta senza giornalisti e con un sistema di sicurezza imponente in grado di captare qualsivoglia azione di disturbo. Quali saranno i temi più scottanti del prossimo lustro? Li possiamo già sapere visto che i potenti chiusi al Lingotto di Torino hanno parlato di populismo in Europa, della sfida della disuguaglianza, del futuro del lavoro, di intelligenza artificiale, degli Stati Uniti prima delle elezioni di mid-term (metà mandato), del libero scambio, della leadership mondiale degli Stati Uniti, della Russia, dell’Arabia Saudita e dell’Iran. Parafrasando l’epilogo del Manifesto di Marx e sostituendo la parola “proletari”, il leit motiv sembra essere: “Potenti di tutto il mondo unitevi” e così da tutti gli invitati italiani alle riunioni del Bilderberg (da Alcide De Gasperi a Romano Prodi, da Mario Monti a Carlo Azeglio Ciampi, dai Pirelli agli Agnelli) un solo diktat: trasferite quel che resta della ricchezza del popolo ai potenti della Terra così come ebbe ad affermare David Rockefeller, nel giugno del 1991: “una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni”. Profetizzanti le parole di un nostro conterraneo, il marcianisano Giacinto De Sivo fervente e fedele Patriota del Regno delle due Sicilie il quale nella sua superba opera: “Storia delle due Sicilie dal 1847 al 1861” ebbe a disegnare, già 150 anni fa, lo scenario che noi cosiddetti ”cospiratori” e complottisti” (così ignobilmente tacciati dai servi di regime) cerchiamo di gridare oggi a gran voce. Leggete bene le parole e come in Matrix cerchiamo di scegliere la giusta pillola.
La sovversione settaria, anno 1865, di Giacinto De Sivo: “È una setta latente che aguzza l’arme avvelenate nel buio e nel mistero; congiura e colpisce, trionfa e si palesa, e s’è abbattuta, si rituffa nelle tenebre, per ripigliar nuova lena. È una potenza sotterranea, che fa guerra a tutte le potenze della terra. Essa non è già italiana soltanto, ma spanuola bensì, e francese, e alemanna e russa e britanna e americana; da ogni banda ha misteriosi o palesi conciliaboli; stende in qualunque luogo sue branche, si impadronisce della letteratura e delle scuole, lancia i suoi sofismi capziosi, e propugna motti ed opinioni. Essa corrompe la popolazione, inventa la storia, investe le giovanili menti, e le abbarbaglia con le splendide parole di libertà, di giustizia e indipendenza; e mentre il contrario vuole e fa, ipocritamente fa grandi promesse, abbassa con calunnie i virtuosi, magnifica i suoi adepti, e lor fa strada a’ governi, a’ magistrati, alle università, alle milizie, e talvolta agli alti seggi del clero; e sinnanco le reggie ed i troni, e i consiglieri de’ regi, ed i regi stessi corrompe e fa suoi. Essa impera come Satana, ed ha schiere infinite di démoni ubbidenti, essa comanda le dimostrazioni, le barricate, gli opuscoli, i regicidii, le pugnalazioni, le fucilazioni e gl’incendi della città. Essa mai non retrocede”.