La querelle. L’iniziativa dell’associazione presieduta da Angelo Pisani dopo la partita del Napoli a Torino
“Tutti i tifosi che nel corso di eventi sportivi sono stati o saranno vittime di offese denigratorie e ingiustificabili di matrice chiaramente razzista, nella forma di striscioni o cori discriminatori e beceri mostrati negli stadi e pertanto diffusi anche dalle telecamere tramite tv e internet con inevitabile effetto divulgativo di massa, potranno richiedere un risarcimento monetario per la lesione personale all’immagine subita, lo sdegno provato, e le ferite morali causate da tale atto”. A comunicarlo l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noi Consumatori. L’iniziativa, che per i temi in oggetto, assume anche carattere sociale, viene lanciata a seguito del procedimento in atto contro la società Juventus FC Spa, giunto attualmente in fase giudiziaria, di richiesta risarcimento per danni personali e patrimoniali, diretti e indiretti, subiti da alcuni cittadini e tifosi napoletani nel corso della partita Juventus-Napoli svoltasi il 29 settembre 2018 all’Allianz Stadium. Durante l’evento sportivo succitato, causa l’assenza di qualunque forma di vigilanza o intervento da parte degli organismi e della federazione preposti e responsabili del controllo, ma soprattutto della società Juventus gestore dello Stadium di Torino, la tifoseria juventina esponeva striscioni e intonava cori denigratori, razzisti, ingiustificabili nei confronti della città di Napoli e dei napoletani. Nella fattispecie i testi oggetto di accusa recitavano: “Lavali, lavali, lavali col fuoco o Vesuvio lavali col fuoco”; “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli usa il sapone”. I messaggi, palesemente violatori di ogni principio e regola di buon senso, educazione, grazie alla diffusione attraverso i media, raggiungevano le case anche di tutti i telespettatori, assumendo quindi carattere di propaganda anche mediatica di idee razziste. Com’è noto dai diversi organi di stampa, e a conferma di quanto riportato negli atti legali della causa risarcitoria, a causa di quanto verificatosi la Juventus FC S.p.A. è stata già sanzionata dal Giudice Sportivo che ha disposto il pagamento di un’ammenda di 10.000 euro e la chiusura per un turno della tribuna Sud, poi aggravata a due dopo il respingimento del ricorso avviato dalla società bianconera.
Eppure, in sede civile ed in fase di tentativo di mediazione e conciliazione tra le parti proposto dall’avvocato Pisani prima di un iter giudiziario, la società bianconera rifiutava qualunque responsabilità e respingeva la pretesa risarcitoria dichiarando che “la Juventus FC S.p.A non risponde, sotto il profilo civilistico, dei cori intonati dai tifosi”, rinnegando quindi la normativa vigente e la giurisprudenza oramai formatasi in materia e contravvenendo inoltre anche alla nuova normativa antiviolenza che ritiene responsabili le società calcistiche per tutti i fatti illeciti che hanno luogo in occasione di eventi calcistici della propria squadra. Il caso, secondo quanto si apprende dal relativo atto di citazione in giudizio, trova riscontro nel diritto in diversi precedenti con esito positivo. Nel 2008, infatti, la società di calcio della Sampdoria veniva condannata al risarcimento di un tifoso napoletano per le ripetute offese e cori denigratori e razzisti pronunciati dai tifosi durante una partita del campionato. Nel 2014 poi, era ancora una volta la Juventus FC S.p.A a rendersi protagonista, attraverso sempre striscioni e cori, di una condotta becera e offensiva, nel corso del match disputatosi all’Allianz Stadium il 10/11/2013, per il quale un tifoso napoletano chiedeva e otteneva, con sentenza 2347/2014, la condanna della società e il risarcimento danni. Ancora più recente in materia di comportamenti aventi natura discriminatoria, fondata questa volta sull’idea di superiorità del popolo settentrionale su quello meridionale, la sentenza 838/2017 che, su denuncia dell’avvocato Angelo Pisani, ha condannato Donatella Galli, esponente della Lega Nord e consigliera provinciale di Monza e Brianza. Secondo quanto si legge in atti l’imputata “si era resa autrice su Facebook, in una discussione dove per oggetto era rappresentata una penisola italiana priva delle regioni dal Lazio e dagli Abruzzi in Sud, dell’inserimento di un post recante la seguente frase «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili»”, un’affermazione che, secondo l’avvocato Pisani, “rivolta ai tre vulcani più grandi del Sud, attualmente attivi, suona come l’augurio di una catastrofe naturale” e che “in virtù della carica istituzionale dell’imputata configura anche una condotta di propaganda di idee fondate sulla superiorità degli italiani settentrionali sui meridionali o sull’odio razziale o etnico”.
Ora dopo che la Cassazione ha finanche previsto il daspo e la condanna per i responsabili di cori e striscioni razzisti le società di calcio dovranno esser molto attente alle condotte e violazioni dei propri tifosi e si preannuncia una valanga di cause di risarcimento per colpire anche il portafoglio di chi sbaglia e “far vincere i valori veri dello sport”come conclude l’avvocato Angelo Pisani nelle sue difese.