Rifornivano clan camorristici campani con armi da fuoco di vario calibro, finanche da guerra come Kalashnikov e Skorpion, i 16 trafficanti internazionali per i quali sono state emesse 16 ordinanze cautelari successive a fermi del Pubblico Ministero. Il traffico, massiccio e continuativo avveniva dall’Austria all’Italia. Fornitori e acquirenti, per lo più appartenenti questi ultimi alla criminalità organizzata campana, erano organizzati con un linguaggio in codice dove autovetture, pratiche automobilistiche o anche generi alimentari erano usati per indicare armi e munizioni a seconda della tipologia o del calibro: la “smart” in luogo di una pistola semiautomatica, una “cabriolet” per riferirsi a il calibro, una “scarpa 38” per una calibro 38, “munizioni” che diventavano lampadine o i i revolver da 6 o 8 colpi indicati come forniture di “pomodorini” da 6 o 8 kg, e i “pagamenti” poi le “pratiche” auto da espletare.
Le indagini, in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria e le Forze di Polizia austriache e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno permesso inoltre di identificare anche 2 cittadini di Völkermarkt (Austria) aventi il ruolo di fornitori esteri e di tracciare e documentare tutti i movimenti degli indagati in Austria.