Tullio Pironti, da 60 anni editore-libraio in piazza Dante, lancia un appello alla cittadinanza: “Ritornate nelle librerie dopo questo sciagurato anno in cui molti si sono rivolti ai fornitori via internet e sembrano dimenticare quelle buone abitudini pure tante volte rievocate e rimpiante in questi mesi di chiusure e isolamento”, dice. E aggiunge: “Vedo con piacere che tante botteghe alla loro riapertura già si stanno ripopolando con gli antichi e nuovi clienti, auguro loro di riprendere in pieno l’attività e di accrescerla. Ma devo constatare con sorpresa e dolore che non accade lo stesso nelle librerie. Eppure leggo sui giornali dati e statistiche che dicono essere i libri fra i prodotti che non avrebbero subito danni dalle restrizioni, misure che sono state giuste, necessarie, e determinanti per difenderci dalla pandemia”.
“Voglio ricordare – riprende Pironti -adesso a tutti i lettori che ordinare sul computer un titolo leggendolo in una lista di offerte è cosa ben diversa dall’entrare in un luogo pieno di volumi, di edizioni nuove o usate, di libri d’arte o romanzi, insomma di prodotti per tutti i gusti e le necessità, oggetti spesso preziosi che si possono toccare, sfogliare, guardare, apprezzare, soppesare. Una cosa è attendere a casa la bussata dello spedizioniere che consegna un pacchetto, ben altra è l’accoglienza in un negozio, lo scambio di pareri e consigli con i librai, la scelta fra le copertine, la scoperta del volume che si desiderava da tempo e il cui ricordo riemerge solo quando lo si trova fra i tanti a disposizione nelle vetrine e negli scaffali di una libreria. E mi aspetto anche che i tanti intellettuali e le persone di buon gusto che spesso affollavano le librerie anche senza fare acquisti, m solo per il gusto di una conversazione, sappiano ritrovare il senso e la pratica di queste buone vecchie abitudini”.