Napoli è una città che, a tutti i livelli, non finirà mai di stupirci. L’ultima stranezza, in ordine di tempo, registrata dalle cronache cittadine, è il no della Soprintendenza alla ruota panoramica da installare, per il solo tempo delle festività natalizie, all’interno dell’area del Porto. Puntuale è arrivato lo stop.
E anche in questa circostanza, perplessi, ci interroghiamo: ma che male può fare un’iniziativa, certo remunerativa per i gestori, ma festosa ed aggregante? Tempo un mese e sparirà. Non se ne parlerà più.
E invece no, in questa come in tante altre occasioni per il passato, sono tornati a farsi sentire i custodi dell’immobilismo. Qui non si discute sul principio che ministeri, soprintendenze, associazioni ambientaliste abbiano tutto il diritto di opporsi ad ogni opera, ad ogni struttura che minacci il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, come vuole la Costituzione. Ma se questa minaccia dura solo l’espace d’un matin e non è una minaccia a vita, che contribuisce viceversa a creare un clima di festa e magari una gioia effimera per i più piccoli, perché negare?
Ricordate l’insurrezione contro N’albero? E le polemiche contro il corno gigante, le renne, le griglie per la ventilazione della metro a piazza Plebiscito? Ora è toccato alla ruota panoramica. Sarebbe il caso che il legislatore intervenisse, una volta per tutte, per definire con norma ordinaria la norma cornice dell’articolo 9 della Costituzione. Non se ne può più dei “signori del no”. A prescindere dal fatto che, a parer nostro, una ruota panoramica, piantata stabilmente, sarebbe auspicabile dal momento che Napoli, ogni giorno dell’anno, è meta di migliaia e migliaia di turisti. La ruota del Prater, attrattiva mondiale, insegna.
Zac