Viste da Sud. La filosofia di vita opportunista sta facendo perdere occasioni alla città

Che il napoletano sia una lingua e non un dialetto è un dato di fatto. Oltre alle certificazioni dell’Unesco ed agli antichi trattati scritti nella nostra lingua, una dimostrazione facile viene da termini che sono esclusivamente nel nostro vocabolario. Un esempio facile ? Eccolo: la “cazzimma”, da qualche anno portata in auge internazionale da Rafa Benitez e poi ripresa dal suo presidente dell’epoca, Aurelio De Laurentiis. Al Nord forse la definirebbero una “furbata”: riduttivo! La “cazzimma” è qualcosa che ogni napoletano conosce per presenza nel DNA, ma che non saprebbe neanche lui spiegare. Ci è andato vicino Alessandro Siani in un monologo, definendola come una cosa che tu sai cos’è e non te la voglio dire:“chest’è ‘a cazzimm!”. Vero. Ma la cazzimma è anche uno stile di vita che, se da una parte caratterizza il nostro quotidiano, esibendosi in forme e modalità sempre diverse, dall’altro limita fortemente le potenzialità della città. A guardarla bene, infatti, è facile capire che la suddetta permette solamente soluzioni episodiche, a volte anche intuizioni geniali. Ma sull’altro piatto della bilancia troviamo le controindicazioni. Ogni “cazzimmata” toglie un possibile referente ad un progetto di domani: ‘O cafone si fa fare fesso una sola volta, dice il proverbio. Inoltre, aumenta il tasso di diffidenza e diminuisce la possibilità di realizzare progetti comuni. Ma soprattutto diventa devastante nel suo permeare le classi dirigenti, che d’altronde non vengono da Marte ma sono espressioni della città, condizionandone pericolosamente la progettualità. Se infatti proviamo a tradurre il termine in politichese, la cazzimma diventa “veti incrociati” e, non so perché, mi viene subito in mente l’immobilismo in cui è stata confinata l’area di Coroglio a Bagnoli. Napoli vive un momento magico nel quale, finalmente e grazie anche alla particolare situazione venutasi a creare nel Bacino del Mediterraneo a causa dell’Isis, tutte le sue potenzialità, inespresse per una massiccia dose di cazzimma endogena, sembrano salire tutte insieme alla ribalta del turismo internazionale.

Coroglio Bagnoli
L’area di Coroglio a Bagnoli

Lasciamo a quelli del Nord, che forse non conoscono il significato del termine, ma l’hanno applicata e la applicano con dedizione e professionalità nel demolire ad ogni occasione la nostra meravigliosa città, il cercare di metterle lo sgambetto. A noi, invece, il compito di usare la suddetta nelle sue forme di positività e creatività, unendo le forze e facendola diventare solo un simpatico costume. In fondo, la “cazzimma” è come una droga: tutto sta a contenerla nella misura terapeutica, scongiurando la tristezza di dover leggere, se perdiamo quest’occasione, che Napoli è morta uccisa da una “overdose di cazzimma”. Come avviene per i tossici.

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