C’era Totò, c’era Peppino, mancava forse Giacomo Furia nella Banda degli onesti all’ombra del Vesuvio scoperta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma.
Due i falsari arrestati: un uomo di 36 anni di Casoria e l’altro di 37 anni di Napoli, colti in flagrante, proprio mentre stampavano e producevano i loro “biglietti da 10.000 lire”: milioni di banconote in tagli da 50 euro. Avevano allestito la stamperia clandestina nell’area industriale di Pomigliano d’Arco, all’interno di un immobile adibito ufficialmente alla lavorazione e commercializzazione di carne di suino.
La produzione avveniva al piano terra, nei locali che il titolare dell’attività di produzione di insaccati aveva fittato da una società di leasing, risultata estranea all’indagine. Il continuo viavai di macchinari pesanti usati per il trasporto delle voluminose apparecchiature presso l’opificio ha insospettito i finanzieri che hanno quindi iniziato l’attività di sorveglianza per ricostruire i movimenti degli indagati. Poi il blitz nella stamperia clandestina con l’arresto dei due uomini mentre tentavano di darsi alla fuga e il sequestro delle banconote false per un valore di ben 36 milioni di euro e la cui realizzazione, secondo i primi accertamenti, risulta essere di pregevole fattura: avrebbero davvero potuto ingannare chiunque.