Home Cronaca di Napoli e provincia “Io speriamo che me la cavo”. Riparte la scuola a Napoli

“Io speriamo che me la cavo”. Riparte la scuola a Napoli

Scuole aperte per un giorno (quelle che non hanno ospitato seggi elettorali) e subito richiuse per il maltempo. Ma forse è meglio così. Oltre alle misure antiCoronavirus infatti c’è l’annoso problema della fatiscenza degli edifici (troppi, inagibili). Per non parlare del contesto. Ricordate quando crollò un albero davanti all’ingresso del liceo Sannazaro? La base è ancora lì e tutt’intorno strade dissestate. Troppi pericoli a Napoli, anche lungo i tragitti. Col maltempo di ieri s’è di nuovo sfiorata la tragedia.
Tronchi d’albero, spezzati, sono crollati su auto in sosta e sulle strade, per fortuna non sui passanti. Ragazza ferita da una tettoia venuta giù alla Pignasecca. Paura anche in via Scarlatti dove il crollo di un platano è stato ripreso in diretta da Maria Teresa Ercolanese di Gazebo Verde (illesa per miracolo) che chiede l’intervento del prefetto, sul degrado del verde, dati i rischi per la pubblica incolumità.
Tra gli istituti che hanno riaperto giovedì scorso, primo giorno di scuola al “Vittorini”: tutti con le mascherine, come in un film di fantascienza. “Un sogno, una scommessa che stiamo realizzando con le nostre forze”, spiegava emozionata una insegnante. Poi lo stop. È prevista per lunedì la riapertura (insieme con le scuole che entro il 28 dovevano provvedere alla sanificazione).
Ma si procederà con orari ridotti, doppi turni, frequenze degli studenti a singhiozzo, classi divise e didattica integrata anche a distanza per le Superiori… Ingressi diversi, percorsi separati (ma il personale per vigilare è insufficiente). Non si sa quando arriveranno i banchi. E poi c’è da sperare che non si pensi di risolvere il surplus di classi rispetto agli spazi “spedendo” gli alunni in improbabili “gite scolastiche” o rimpiazzando le lezioni di storia o matematica con corsi di varie amenità… Il numero degli insegnanti è insufficiente. Quando qualche docente si assenterà all’improvviso, gli alunni saranno sparpagliati in altre classi?


Ora la scuola deve fare i conti anche con le misure antiCovid: mascherine, distanze di sicurezza, lavarsi spesso le mani, disinfettanti, termoscanner. Fondamentale evitare assembramenti. Ma, quel che si cerca di evitare a scuola, potrebbe avvenire sui bus dove è difficile contenere le presenze… Il presidente dell’Eav, De Gregorio, chiese a de Magistris di intervenire per far regolare gli orari di ingresso/uscita per gestire il flusso nell’arco della giornata.
Intanto maestre, educatrici e personale ATA dei nidi e delle materne comunali denunciano carenza di personale e di dispositivi di protezione (“I bagni non funzionano e manca persino il sapone!”). Gli studenti del “Genovesi” hanno fatto un sit in sotto la sede di Città metropolitana (la ex Provincia) per chiedere altri spazi.
“Ho paura, ma mando mio figlio a scuola perché c’è bisogno di recuperare la normalità”, confessa una madre: “E poi nei giovani bisogna instillare fiducia…”. Ma la manutenzione delle scuole (e di palazzi, verde, infrastrutture) deve ridiventare una priorità.

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