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Il virus più debole col caldo: ora a Milano danno ragione a Giulio Tarro

E ora tutti al Nord e a Roma danno ragione al virologo Giulio Tarro, che vive a Napoli ed è nato a Messina e che ha annunciato come il Coronavirus si sarebbe indebolito. Proprio come aveva detto Tarro, infatti, diversi esperti ora stanno iniziando ad ammettere che le sue previsioni erano giuste. Nonostante ciò, nei giorni scorsi c’è stato qualcuno che ha deriso Tarro, come Burioni, e qualcun altro che lo ha paragonato ironicamente a Nostradamus.

E così Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma durante un’audizione in Senato ha spiegato che “stiamo osservando che il Covid-19 perde potenza. Evolve, ma perde contagiosità e, probabilmente, letalità. In Italia abbiamo avuto due ingressi epidemici differenti, a due settimane di distanza. Il Nord ha avuto uno tsunami assurdo, imprevisto e imprevedibile”. “Abbiamo visto in un nostro lavoro – ha aggiunto Ciccozzi – due eventi epidemici differenti: uno, con ceppi virali che dalla Cina, attraverso l’Europa, è andato al centro Italia. E successivamente un ceppo tedesco che è andato ad infettare la Lombardia e il Nord dell’Italia”.

Dunque, proprio come aveva predetto Tarro, il virus perde potenza ed il caldo è un alleato in questa lotta. “Stiamo osservando – ha detto ancora Ciccozzi – che il virus di Covid-19 sta perdendo potenza con l’arrivo del caldo e sta continuando a mutare. Ma sta facendo mutazioni che a lui non sono più utili”. Una perdita di potenza del virus che è dimostrata “dal minor numero di decessi (dovuti alle infezioni pregresse) e dal minor numero di persone in terapia intensiva. Questo è dovuto sicuramente alle terapie ma anche alla perdita di potenza del virus. Non sappiamo quanto dura l’immunità ma sappiamo che c’è”.

Proprio come aveva spiegato Tarro, il caldo aiuterà a sconfiggere il Covid-19. Ora lo hanno capito anche a Milano. “Il caldo potrebbe essere nemico del virus”: a dirlo ora è anche Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele di Milano che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto: “Appare molto probabile che l’arrivo del caldo possa influenzare il livello di aggressività del germe”. “Senza un vaccino non si può fermare il virus – ha detto ancora Clementi -. Nel caso del morbillo, causato da un virus molto contagioso (come Sars-CoV-2), serve che in una comunità ci sia il 95% di immuni perché sia protetto anche il restante 5%. Appunto l’immunità di gregge. Inoltre, nel caso del nuovo coronavirus, sappiamo che potrebbe non esserci una correlazione esatta tra titoli anticorpali rilevati con gli attuali test e quantità di anticorpi neutralizzanti, quindi non sappiamo quanto le difese a nostra disposizione siano efficaci. Non abbiamo nemmeno certezza in merito alla loro durata. Sulla questione dell’immunità servono ulteriori dati”.

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