A Napoli sono sempre di più le iniziative di negozi, locali e ristoranti rivolte ai meno abbienti, sempre maggiori le occasioni di solidarietà e condivisione col meno fortunato, con l’ultimo.
Dal caffè sospeso, antica tradizione napoletana di pagare un caffè per un occasionale passante indigente che non può permetterselo al pane per i poveri, una nobile tradizione che mette a disposizione dei poveri il pane avanzato e invenduto.
Il bel gesto è stato compiuto lo scorso anno, nell’aprile del 2018, da Adolfo Orabona, proprietario di “aprezzodicosto”, salumeria sita in via Domenico Fontana nel quartiere Arenella. A fine giornata il titolare riponeva in una cesta fuori dal negozio tutto il pane invenduto della giornata apponendo un foglio con la scritta “Questo pane non è in vendita. Se ti serve, prendilo”. Dopo una ventina di minuti il pane era già terminato, preso dai senza fissa dimora e dai meno abbienti. Pare che oggi il pane avanzato della salumeria “aprezzodicosto” sia ancora lì per chi ne abbia bisogno integrato con del pancarrè nel caso quello casereccio fosse terminato in giornata.
E sull’esempio del signor Orabona ha operato ora anche la panetteria “Anema&Core” ( e non ci si poteva aspettare diversamente dal suo nome! ) in Via Cilea, nel quartiere Vomero. Anche qui a fine giornata viene lasciato il pane avanzato in buste chiuse con la scritta “per chi ha fame”.
Ma il “pane dei poveri” ha una tradizione molto antica legata tra l’altro a Sant’Antonio. Pare che una giovane madre lasciò da solo per un breve lasso di tempo il suo piccolo bimbo di 20 mesi, Tommasino, e al suo rientro lo trovò affogato in un mastello d’acqua. Così la donna invocò Sant’Antonio vincolandosi ad un voto: se avesse avuto la grazia di riavere il suo bambino, avrebbe donato ogni anno ai poveri, nel giorno di Sant’Antonio ( 13 giugno ), tanto pane quanto il peso del suo stesso bimbo. Il bambino tornò in vita e la donna rispettò il voto e diede vita ad una tradizione, quella del “pondus pueri” ( dal latino= peso del bambino ) in base alla quale le madri chiedevano protezione a Sant’Antonio per il loro figlio in cambio dell’offerta di una quantità di pane pari al peso del piccolo stesso. Ancora oggi il 13 giugno in tutte le chiese francescane o comunque legate alla figura di Sant’Antonio vengono benedette ceste di pane che poi viene distribuito ai fedeli e da questi consumato per devozione. Il miracolo di Tommasino ha dato origine all’Opera del Pane dei Poveri e alla Caritas Antoniana che sono due organizzazioni religiose che si occupano di fornire cibo e beni di prima necessità ai più poveri.