Hobby. Il napoletano Massimo Bolognino, per ventidue volte campione nella disciplina, spiega il suo progetto per i più giovani
È sempre una questione di soldi. Se il mondo del calcio negli ultimi anni è stato indirizzato nel suo sviluppo in buona parte dal dio denaro, anche gli sport olimpici stanno prendendo la stessa direzione. L’ultimo esempio è quello dell’introduzione, come disciplina dimostrativa, dei videogiochi alle prossime Olimpiadi. Una notizia che ha destato scalpore ma che, se analizzata dalla giusta prospettiva, sembra meno strana. “Se la Sony, ad esempio, porta introiti con la pubblicità è normale che i videogiochi sportivi legati al marchio possano trovare un riconoscimento dal Comitato Olimpico”, spiega Massimo Bolognino, napoletano, ventidue volte campione del mondo di calcio da tavolo. La sua è una considerazione amara, perché l’evoluzione sportiva dello storico Subbuteo, invece, da anni cerca un riconoscimento che ancora non è arrivato. “Nella nostra disciplina l’aspetto fisico è molto presente – aggiunge Bolognino -. Passare tante ore consecutive intorno al tavolo è uno sforzo fisico e mentale, anche perché va unito a velocità, riflessi, precisione dei movimenti. Nei videogiochi non c’è nulla di tutto questo”. Ma la differenza non è solo sul piano fisico, come aggiunge ancora il campione napoletano: “Giocare intorno a un tavolo è un momento di aggregazione, con i videogiochi, ormai, il contatto avviene sempre più spesso solo in modo virtuale. Noi degli Eagles Napoli, ad esempio, raccogliamo tanti ragazzi due sere a settimana e il sabato pomeriggio facciamo giocare i bambini. Tutto questo al Polifunzionale di Soccavo, una struttura al centro di un quartiere molto difficile. È anche un modo per togliere tanti ragazzi dalla strada”. Eppure le istituzioni, sportive e non, non danno il giusto supporto al movimento. “C’è l’idea di accorpare calcio da tavolo e calciobalilla per creare una federazione unica – spiega ancora Bolognino -. In questo modo avremmo un riconoscimento che ancora manca, mentre paradossalmente i videogiochi senza una vera federazione andranno alle Olimpiadi. I nostri sforzi raramente sono riconosciuti, se si pensa che a gennaio, quando abbiamo organizzato uno dei cinque eventi più importanti d’Europa a Napoli, fino al giorno precedente il Comune non ci aveva ancora dato la disponibilità della struttura chiesta molti mesi prima e all’ultimo momento abbiamo dovuto ripiegare dal PalaBarbuto al Polifunzionale, perdendo anche quei pochi sponsor che ci avrebbero permesso di rientrare almeno delle spese, nonostante siamo riusciti a portare in città quasi duecento atleti e accompagnatori”. Intanto, però, il Subbuteo a Napoli si appresta a entrare nelle scuole: “Siamo in attesa di iniziare un progetto con l’istituto alberghiero Rossini di Bagnoli, per far praticare il calcio da tavolo nelle ore di educazione fisica – conclude il campione -. In Italia è stato già fatto altrove, a Napoli sarebbe una novità”.
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