Nelle giornate FAI del 24 e 25 marzo sono state aperte numerose strutture che solitamente sono chiuse al pubblico. Immancabile, come sempre, Villa Rosebery, la villa del presidente della Repubblica, che con il suo porticciolo rimane uno dei posti più romantici e panoramici della città di Napoli.
Fiumi di persone accampate lì dalle 8 del mattino, in fila per entrare nella villa più “in” delle Istituzioni italiane grazie al FAI. C’era chi ha atteso anche più di un’ora pur di accedervi. A fare da guida in questo posto incantevole c’erano i ragazzi di alcuni istituti napoletani, come quelli dell’Elio Vittorini o del Villari. Questi giovani hanno accolto più di duemila persone spiegando loro la storia, i segreti e le curiosità di questa proprietà. Tutti elegantissimi, e alcuni anche emozionati, hanno raccontato ai visitatori più esperti le bellezze che li circondavano. Immancabile il dettaglio sul quadro della piccola foresteria che ritrae un casatiello dell’Ottocento, un vero e proprio fiore all’occhiello per il popolo napoletano. La giovane guida ha voluto ricordare che casatiello deriva dalla parola casio ovvero formaggio, infatti, in pochi sanno che l’impasto originale era fatto totalmente di formaggio. Ma la visita promossa dal FAI si è concentrata anche sull’esterno della villa; non sono mancati gli aneddoti sulle centinaia di piante esotiche e non che derivano da ogni angolo della terra. Nel giardino pensile di villa Rosebery è presente infatti anche una palma brasiliana che si è fusa con una felce napoletana ma anche piante velenose o addirittura letali. La villa ottocentesca ha cambiato svariate volte il nome: villa Maria Pia, la Brasiliana e infine villa Rosebery. Gli interni degli ambienti che ospitano il presidente della Repubblica durante i suoi brevi soggiorni a Napoli non sono stati aperti al pubblico, ma chiunque poteva dare un’ occhiata dalle finestre.