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De Magistris, vattene!

L’impudenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris in queste ore ha raggiunto picchi intollerabili. Di fronte allo sfacelo assoluto della città che governa, per nostra sfortuna, da otto anni, ha inanellato una serie assoluta di cattive figure che ci inducono, una volta e per tutte ad avanzare un vibrante invito: de Magistris, vattene! Non ne possiamo più.
A chi scrive, che pure svolge questo mestiere da oltre cinquanta anni, riesce difficile persino ricostruire le ultime vicende che lo hanno visto protagonista. Partiamo quindi da una semplice considerazione, che la dice lunga sulla reale lontananza di de Magistris dai problemi della città che amministra: tutte le settimane è intervistato da una brava collega di una televisione privata napoletana e parla, affrontandoli a largo spettro, dei problemi di Napoli. Ebbene, se non vi è mai capitato di assistere a questa trasmissione vi invitiamo a farlo quanto prima: questo ineffabile signore narra di una specie di “città del sole” di campanelliana memoria, in cui le leggi e i costumi funzionano a meraviglia e nella quale le sue fantasmagoriche iniziative avrebbero ottenuto il risultato di un rilancio mondiale. Ascoltandolo hai precisa la sensazione di trovarti di fronte a un cittadino che vive in un’altra città e che a Napoli c’è stato di passaggio per un’ora e ne ha carpito, in quel fragile lasso di tempo, solo i suoi marginali aspetti positivi, che pure ci sono. Napoli è diventata una delle capitali del mondo, e il merito sarebbe tutto suo. È incredibile!
Napoli è diventata, improvvisamente, negli ultimi dieci anni, meta di milioni di visitatori, questo è vero. Ma de Magistris non c’entra assolutamente nulla. Il “merito” è innanzitutto, inizialmente, dei terroristi islamici, che hanno preso di mira Francia, Inghilterra e Spagna ed hanno, per nostra fortuna, risparmiato l’Italia. Ciò ha prodotto un miglioramento generale dei flussi turistici, che ovviamente si è riverberato anche su Napoli. Contemporaneamente i tour operator, con una lungimiranza straordinaria, sono andati a vendersi nelle varie borse di Berlino e di Milano gli artigiani di via san Gregorio Armeno e il Cristo velato. I primi stanno lì da sempre, alternandosi di generazione in generazione, da quando si è sviluppato il culto del presepe. Il Cristo velato giace a Calata Sansevero da circa tre secoli. Nessuno prima se li era mai filati. Oggi vengono a Napoli grazie ai tour organizzati e al passa parola per ammirarli, aggiungendovi magari un salto alle mostre contingenti di Caravaggio o di Canova. Questo è il motivo del miracolo. De Magistris vi è totalmente estraneo, anzi in qualche maniera, mal vigilando sul centro storico, spesso determina lo sconcerto dei visitatori che commentano con durezza e con sorpresa (li abbiamo ascoltati con le nostre orecchie e sfidiamo chiunque a darci del bugiardo) delle pessime condizioni di sporcizia e di degrado in cui ancora si trovano via Tribunali e i cardi trasversali.
Chiarito questo concetto cerchiamo di ricapitolare le ultime performance del sindaco. Venerdì scorso, per colpa di una cervellotica ordinanza che riduceva le corsie di via Acton al traffico automobilistico, per permettere corsie preferenziali agli atleti che avrebbero dovuto gareggiare alle Universiadi (ma gli atleti non erano ancora nemmeno arrivati a Napoli) la città è rimasta completamente paralizzata, da San Giovanni a Teduccio a Mergellina e con riflessi anche nelle zone collinari. Un disastro. Auto intrappolate per ore sotto il sole cocente, svenimenti, ira, uno spettacolo indecente. E il sindaco che ti fa? Chiunque al posto suo sarebbe corso in strada a fare il vigile aggiunto, a cercare di sbrogliare la matassa. Lui invece che è un’anima candida e bella, organizza una crociera di massa con barchini di altre compiacenti anime belle per farsi un bel giro turistico nel golfo di Napoli e per testimoniare la sua solidarietà a quella signora miliardaria tedesca che sfidava il governo italiano aggirando il divieto di entrare nel porto di Lampedusa. Un insulto istituzionale, perché non il ministro Salvini, ma lo Stato italiano era impegnato in quel momento in una difficile vicenda internazionale e un sindaco che si rispetti, consapevole del suo ruolo, mai avrebbe dovuto organizzare iniziative di questo genere, men che mai se proprio in quei momenti la città era piegata da un’emergenza provocata da un assessore che fa parte della giunta che lui guida. Su questo fronte, comunque, c’è stato un ex ministro che ha fatto peggio di lui. E tanto basta.
Ma che De Magistris abbia poca dimestichezza con il garbo istituzionale lo ha poi subito ribadito, il giorno dopo, quando, gridando ai quattro venti di essere stato discriminato, ha disertato la conferenza stampa di presentazione delle Universiadi, lasciando la sua sedia vuota e creando un imbarazzo generale all’immagine del città che amministra. Avrebbe voluto parlare, ma le Federazione internazionale che organizza i Giochi e che organizza anche tutte le manifestazioni collegate aveva previsto gli interventi solo del suo presidente e del presidente della Regione che accoglie la manifestazione (le Universiadi si celebrano in tutta la Campania e la Regione ha provveduto quasi in toto all’esborso economico).Non gli bastava l’invito e il cavaliere al tavolo della presidenza. Un capriccio da ragazzo viziato. Un moto di stizza nei confronti del presidente De Luca, che ad onor del vero nemmeno lui scherza, quanto a garbo istituzionale, nei confronti del sindaco di Napoli. Ma questo è un altro capitolo poco edificante in cui le responsabilità vanno oggettivamente divise equamente.
Sempre contemporaneamente un altro gravissimo attentato si stava perpetrando alla “città del sole”: la metropolitana di Napoli, gestita dall’Anm, società pubblica del Comune di Napoli che gestisce il trasporto pubblico, per quasi una settimana di seguito si è o quasi del tutto bloccata per oltre metà della tratta o ha accusato ritardi pazzeschi, con convogli (cronometrati dal sottoscritto) che transitavano ogni 27 minuti. E proprio nei giorni di massimo afflusso di atleti e turisti per le Universiadi. Vi facciamo grazie dei commenti registrati all’interno dei treni e dello stupore dei turisti, ammassati come sardine uno sull’altro nell’inferno del vagone senza aria condizionata e con il pericolo dei borseggiatori sempre in agguato. Nemmeno nel paese più arretrato del mondo una metro passa ogni 27 minuti o si interrompe. E il sindaco che fa? Invece di sostituire il presidente dell’Anm e di avocare nelle more direttamente a se la gestione del mezzo di trasporto si mette a strillare e addebita la responsabilità a fantomatici boicottatori.
Ma la metro era un colabrodo anche prima degli ultimi drammatici avvenimenti. La stazione di Salvator Rosa cade a pezzi, si allaga anche durante i periodi di siccità, l’ascensore si blocca un mese sì e un mese pure, i portoghesi impazzano e nessuno se ne frega. Lo stesso vale per la stazione di Museo e per le stazioni terminali di Napoli Nord che sono terra di nessuno. Abbiamo fatto una rapida ricerca su Google: basta cliccare: De Magistris e metro di Napoli e troverete in tutti questi anni trionfali annunci del sindaco, mirabolanti promesse di treni che sarebbero passati ogni 5 minuti e amenità varie. Provare per credere. È facile. Sono gli stessi annunci che De Magistris fece all’atto dell’insediamento: in sei mesi la differenziata a Napoli sarà al 70 per cento. Una balla stratosferica. Sono passati otto anni, lui dice che è al 40 per cento, ma dati più credibili la danno poco al di sopra del 30. In questo una mano considerevole gliel’ha data quel poeta sognatore che è l’assessore Del Giudice, ex vicesindaco, esperto in questioni ambientali. Un fuoriclasse. E sono tornati i cumuli di immondizia soprattutto nelle periferie abbandonate dalla giunta che avrebbe dovuto fare di Napoli una città gioiello. Tra poco finiremo come nel 2008.
Ma De Magistris che è un noto ambientalista, come tutte le anime candide ambientaliste che vorrebbero tornare alle palafitte, ma usano i cellulari che provocano inquinamento elettromagnetico pericolosissimo,  è contrario ai termovalorizzatori e quindi noi tutti siamo costretti a pagare il trasferimento della nostra munnezza all’estero con le navi o in altre regioni compiacenti con i camion al modico prezzo di 200 euro a tonnellata. All’estero infilano i nostri rifiuti nei termovalorizzatori, li bruciano, li trasformano in energia e la vendono, Ci guadagnano i trasportatori, le società di gestione dei termovalorizzatori due volte, che perché bruciano e perché incassano dall’energia che producono. E noi paghiamo: Profumatamente, tra l’altro. E spesso con grandi sofferenze. Vogliamo parlare delle “cartelle pazze” e delle file che sotto il sole i poveri disgraziati sono costretti a fare in via Galileo Ferraris, perché molto spesso gli uffici comunali addetti alla riscossione della Tari sbagliano e torturano i cittadini? E il sindaco ha mai fatto la fila alle sei di mattina per prendere il numeretto che ti abilita a salire al primo piano e a farti fissare in un imprecisato giorno successivo l’appuntamento. Risposta: la prenotazione si può fare on line. Sì? Provateci.
E vogliamo aprire il capitolo dei parcheggiatori abusivi? C’è una legge nazionale che attribuisce ai sindaci più poteri, attraverso il daspo, per debellare questa vergognosa piaga. E’ stata approvata, in pratica, apposta per Napoli. De Magistris la evita. I parcheggiatori impazzano indisturbati. C’è voluto il nuovo questore Giuliano per mandarne via una settantina tutti di un colpo.  Ma De Magistris è un buono, quelli estorcono danari, procurano un danno al Comune perché sono diventati padroni delle strisce blu (a proposito che fine hanno fatto i “vigilini”?) ma sono poveri Cristi (che non pagano le tasse) e non si possono toccare. E invece sono strumento di arricchimento della camorra che pretende da loro il pizzo per lasciarli indisturbati a derubare gli automobilisti.
La sua bontà vale anche per gli occupanti abusivi degli immobili comunali. Sono tra i suoi principali difesi. Uno scandalo. Non pagano, consumano acqua e luce, il Comune ha un danno perché non può metterli a reddito e il sindaco che fa? Li lascia stare. Lui è sempre con i deboli, fa le crociere di solidarietà, apre i porti e impone a noi di pagare i consumi degli occupanti abusivi. Quanto alla solidarietà nei confronti dei centri sociali, beh, lasciamo stare. E’ un suo cavallo di battaglia. E che fine ha fatto la bellissima Casa della solidarietà inaugurata con tanto strombazzamento a via Menzingher al Vomero un anno fa? Bellissima, deturpata da qualche scarabocchio di Jorit, con tanto di primi piani della sorella di Cucchi e di Sandro Pertini (che c’azzeccano, direbbe Di Pietro?), ma desolatamente vuota.
Tornando solo per un attimo al problema del trasporto urbano val sempre la pena di sottolineare l’avvenuta pratica abolizione del trasporto su gomma. Abolito. C’è un solo 139 che collega il Vomero con il centro, nelle ore di punta impiega più di un’ora per fare il giro e i cittadini attendono che passi sotto il sole a 40 gradi. Molte corse sono state del tutto soppresse. In qualche altra grande città del mondo accade una cosa del genere?
E in quale città si spendono milioni di euro per costruire piste ciclabili che non vengono percorse da nessuno? E gli stalli per le biciclette? E la sistemazione delle buche? E la villa Comunale ridotta nel degrado più mortificante? E i lavori di via Marina che, prima ancora della stravaganza del piano traffico per le Universiadi, paralizzavano e continuano a paralizzare la città? E le sue bislacche interlocuzioni sulla vicenda della rigenerazione urbana di Bagnoli? E chi di voi, che vive la città, che cammina, che passeggia, che esce per fare acquisti ha memoria di un vigile in strada che disciplina il traffico o eleva multe? Una razza in via di estinzione. E qualcuno ha percezione di uno spazzino che pulisce le strade? Oggi lo fanno gli extracomunitari, che sistemano un piccolo sentiero disseminato di cartoni con i quali reclamano un obolo a piacere e puliscono strade e stradine. E gli spazzini veri, pagati dal Comune di Napoli, dove stanno? Che fanno?
De Magistris ha isolato Napoli, ha politicamente tentato di aprirsi un varco con i “cinque Stelle”, ma è stato ricacciato indietro con perdite. Parla solo con Roberto Fico, un’altra anima candida come lui, un buono. Proviene da esperienze di commercio equo e solidale, è logico che potesse intendersela con De Magistris, quello di Napoli porto aperto. Con la tripolarizzzazione della politica De Magistris, che non è scemo, ha capito che la sua carriera politica è finita. Ed annaspa, strilla, narra di una Napoli che splende grazie a lui e fa finta di non accorgersi che la città cade a pezzi, che è invivibile, che è ridotta allo stremo solo a causa del suo fallimento.
Abbiamo sicuramente tralasciato qualcosa, anzi più di qualcosa. Otto anni di distruzione, chi vi scrive vive qui da 73 anni e non aveva mai assistito ad una città così ferita a morte più di quella descritta da La Capria.
Quando De Magistris si insediò brindando con la bandana e con i suoi entusiasti giovani elettori esclamò invasato: “Abbiamo scassato Napoli”.
Parlava allora al passato prossimo. Ma quello slogan si è rivelato come valido ed eseguito anche per il presente e per il futuro. Veramente ha scassato Napoli. De Magistris, vattene.
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