Cinquantuno anni, impiegata presso un ente pubblico di Siracusa, due anni fa la sua vita si ferma. Secondo i medici di diversi ospedali, che da Sud a Nord d’Italia consulta, la vita di Rosanna Monterosso si sarebbe dovuta, addirittura, fermare definitivamente. Due anni dopo, invece, la donna non solo è ancora viva, ma della sua storia ha deciso di farne un libro. “Perché tutti devono sapere, dice , che non sono morta grazie ai medici del Pascale”. All’Istituto dei tumori di Napoli Rosanna arriva soltanto nel maggio scorso, subito dopo la fase 1 del lockdown, e dopo, soprattutto, due anni di calvario e di pellegrinaggi tra una struttura ospedaliera e l’altra di Italia. Rosanna si ammala nel 2018 a Siracusa, dove è nata e dove risiede con il marito e dove per mesi si cura un tumore al retto scambiandolo per emorroidi. È solo a Verona, dove arriva dietro varie segnalazioni, che le diagnosticano il carcinoma che, nel frattempo, ha invaso l’utero. L’intervento è troppo vasto, le dicono. Bisogna ridurre la malattia. Rosanna viene sottoposta a 4 chemio e 32 radio. Nel frattempo dimagrisce a dismisura.
“Pesavo 47 chili, non riuscivo nemmeno più a camminare”, racconta. Le fanno altre sei chemio. Ritorna a Siracusa. Spera che il tumore si sia rimpicciolito. Ma la Tac non dà il riscontro sperato. Da una Pet successiva il verdetto è che il tumore non solo non è scomparso, ma si sospetta un’infiltrazione di una struttura ossea del bacino. Secondo i medici, che finora l’hanno seguita, va tolto l’utero e il retto, ma non è un intervento che possono fare loro. C’è un chirurgo a Napoli, le consiglia un ennesimo specialista a cui la donna si rivolge questa volta a Catania, molto bravo, si chiama Paolo Delrio e lavora al Pascale. Non se lo fa dire due volte Rosanna. Si mette sul primo volo, insieme con l’anziana madre che l’ha seguita nei due anni di calvario. È al Pascale che viene effettuato un intervento molto complesso grazie alla collaborazione dei diversi specialisti che operano nell’Istituto. L’équipe di Delrio, con la collaborazione del chirurgo oncoplastico Stefano Mori e dell’ortopedico Flavio Fazioli, riesce ad asportare in blocco la malattia del retto e dell’utero, risparmiando la vescica e soprattutto le ossa del bacino, ricostruendo con un lembo addominale il difetto di tessuti della regione perineale. L’integrazione tra discipline è cruciale per la riuscita dell’intervento ed il recupero di una buona qualità di vita nonostante la complessità della chirurgia. Operata il 20 maggio 2020, a Napoli Rosanna rimane ancora un mese prima di ritornare a Siracusa dove riprende la sua vita e promette che vuole raccontare la sua storia.