Arriva dall’Inghilterra la testimonianza di oggi di una napoletana che sta vivendo all’estero l’emergenza in atto. Ce la racconta Valentina Vitiello, che lavora da sette anni oltremanica in una digital agency e da tre vive a Tonbridge nel Kent, a sud east di Londra.
L’emergenza ha inciso su un suo eventuale rientro in Italia?
Tutta la mia famiglia è in Italia, ragion per cui sarei scesa a Pasqua per rivedere tutti e mangiare tante prelibatezze tipiche napoletane, ma posso tranquillamente sacrificare una festività per il bene comune.
Come vive l’emergenza in Inghilterra?
Qui esiste un forte senso di comunità, gli anziani hanno la precedenza nei supermercati insieme al personale sanitario. Per le persone anziane sole, che non possono uscire, ci sono a disposizione dei volontari, mentre i negozi e alcuni ristoranti si sono adattati con le ordinazioni online o telefoniche. L’attività fisica all’aperto per un ora è raccomandata dal Governo, sempre rispettando le distanze, al fine di salvaguardare la salute non solo fisica ma anche mentale.
Come vede da lì l’emergenza in Italia e a Napoli in particolare?
È a dir poco surreale. Droni, elicotteri e pattuglie ovunque per controllare i cittadini, anche solo per comprare il pane. Spero che questi controlli serrati vengano fatti anche in futuro contro delinquenti e non solo contro persone che probabilmente non avranno nemmeno più un lavoro e non potranno pagare la multa. C’è poi grande confusione legata ai decreti che si susseguono con indicazioni sempre diverse. La cosa che mi preoccupa maggiormente è la tutela delle piccole attività che hanno chiuso, mi dispiacerebbe veder chiudere locali a conduzione familiare e produttori locali.
Che differenze nota con la realtà in cui vive?
La situazione qui è completamente differente. Già prima del coronavirus si è pensato a come tutelare persone e business che ne avevano bisogno, quindi avendo già un organizzazione di base molto efficiente non si vive in modo traumatico la differenza.
Pensa che quest’emergenza possa cambiare le abitudini di chi vive all’estero in relazione alla possibilità di mantenere i rapporti con la sua città?
Sicuramente ci sarà un cambiamento, visto che l’impatto ha colpito tutti i settori, compreso quello dei viaggi. Spero che vengano prese tutte le precauzioni sanitarie necessarie per consentire spostamenti sicuri.
Dalle informazioni che ha, crede che l’Italia possa uscire dall’emergenza prima del paese in cui vive?
In Inghilterra l’emergenza Coronavirus è arrivata in ritardo rispetto all’Italia, quindi speriamo che quest’ultima sia la prima ad uscire dall’emergenza, anche se ho forti dubbi sul fatto che tutto tornerà come prima.