Acquisito il documento messo a punto dal Comitato San Cristoforo: “Aspi restituisca i pedaggi che non sono stati impiegati in manutenzione e nelle nuove opere che si era impegnata a effettuare”
L’esposto messo a punto dal Comitato San Cristoforo, composto da importanti associazioni imprenditoriali e sostenuto anche dal Comitato delle vittime del Ponte Morandi, è diventato a tutti gli effetti l’elemento centrale del dibattito sulle concessioni autostradali e in particolare sulle mancate manutenzioni e sui mancati investimenti da parte della Società Autostrade-ASPI.
Il documento elaborato da un pool di legali genovesi è stato infatti acquisito ufficialmente dalla Commissione Trasporti e Ambiente a cui è stato prodotto dal Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, accendendo a tutti gli effetti i riflettori su un tema di valenza globale anche rispetto al tema del nodo autostradale ligure: la mancata effettuazione da parte delle società concessionarie di autostrade degli interventi per la manutenzione e lo sviluppo dell’infrastruttura; impegni per i quali le società concessionarie hanno già incassato preventivamente, attraverso i rincari nei pedaggi attuati in questi anni, enormi somme. Questi ricavi avrebbero dovuto essere impegnati per finanziare direttamente gli investimenti sulla rete mentre – secondo quanto evidenziato nell’esposto – hanno invece prodotto solo utili da record e vantaggi per gli azionisti della Società Autostrade-ASPI.
Il Comitato San Cristoforo, che con la consegna dell’esposto alla Commissione Trasporti e Ambiente della Camera dei Deputati, esce a tutti gli effetti allo scoperto, ha avviato un’azione legale sostanzialmente differente dalle richieste danni o di ristoro avanzate in questi mesi sia per i danni indotti dal crollo del Ponte, sia per la congestione ormai cronica della rete autostradale ligure, a causa della concentrazione di lavori di manutenzione e quindi di cantieri che avrebbero dovuto essere cadenzati negli anni passati.
L’esposto del Comitato (finalizzato anche a precostituire una posizione evidente di forza rispetto a qualsiasi ipotesi di cessione della società concessionaria a eventuali acquirenti nazionali o internazionali), punta a fare emergere e quantificare le somme incassate con le tariffe che, in violazione delle normative, non sono state utilizzate, come da obbligo, per effettuare i lavori previsti nel testo della concessione e adempiere quindi agli impegni assunti dalla concessionaria stessa, ma sono state invece utilizzate per remunerare direttamente o indirettamente gli azionisti. L’individuazione di tali somme deve diventare la precondizione anche per un utilizzo delle stesse a fini sociali.
Il Comitato San Cristoforo – che è promosso dal Comitato Zona Arancione Ponte Morandi (comitato di cittadini e imprese dei quartieri più direttamente danneggiati dal crollo del ponte), Assiterminal (l’Associazione nazionale dei terminalisti portuali), Cna (Associazione di rappresentanza delle piccole e medie imprese), Trasportounito (in rappresentanza del mondo dell’autotrasporto) e USARCI SPARCI (Sindacato Ligure degli Agenti di Commercio), con il sostegno del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi – sta mettendo a punto una strategia di intervento che prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali legittimati a intervenire per fare chiarezza definitiva su un nodo vitale per la Liguria e per l’intero paese.