Stese tra i vicoli, bombe per il racket delle pizzerie, le mani ben salde sulla sanità. E ora nel mirino finiscono anche i bar. La camorra alza il tiro. E lo fa con una raffica di colpi di pistola esplosi di notte ad altezza uomo contro due noti bar nel pieno centro di Napoli, in piazza Trieste e Trento. I proiettili hanno colpito le fioriere e distrutto un pannello di plexiglass che divide i due bar, che sono situati uno accanto all’altro. Si tratta del Caffè del Professore e del Monidee Cafè. Un proiettile ha perforato anche la saracinesca della gioielleria De Simone di via Toledo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Questura con la squadra Scientifica che ha recuperato alcuni bossoli a terra ed effettuato i rilievi necessari per ricostruire l’esatta dinamica della “stesa”.
Visibilmente scossi Genny Pelliccia e Antonio Visconti, i proprietari del Monidee Cafè. “Poteva essere una tragedia – dicono – . Solo cinque minuti prima c’erano dei clienti seduti ai tavolini. Quando hanno aperto il fuoco, poco più in là, era presente un gruppo di ragazzi. Solo per miracolo i proiettili non hanno colpito uno dei presenti. Intorno all’una e mezza – spiegano ancora Pelliccia e Visconti – è arrivato uno scooter con due persone a bordo che hanno aperto il fuoco in direzione del marciapiede. Il fatto è avvenuto appena è andata via la polizia. Probabilmente qualcuno li ha avvertiti, dando il via libera per il raid”. Per i proprietari del bar si tratta di un “vero e proprio tentato omicidio perché solo il caso ha voluto che non si consumasse la tragedia”. Secondo i due imprenditori, è necessaria l’istituzione di “un comitato composto dai commercianti che possa avanzare proposte per arginare i fenomeni criminali”. “Da soli possiamo poco – ammettono i proprietari del Monidee Cafè – ma unendoci avremo la possibilità di far sentire la nostra voce. Ci sentiamo abbandonati. Piazza Trieste e Trento oramai è il teatro delle azioni dimostrative della criminalità della zona. La polizia fa il possibile ma non riesce a presidiare al meglio il territorio”.
Il direttore: Alessandro Migliaccio
Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta “terra dei fuochi” e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall’Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L’Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un’aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l’accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito.
Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it