Un forte boato e la terra che trema, la paura e l’angoscia di ritrovarsi nuovamente nel bel mezzo di un’emergenza bradisismica, come quelle vissute dalla popolazione dell’area flegrea, tra il 1970 e il 1972 e successivamente dal 1982 al 1984, quando il suolo si sollevò, complessivamente, di circa tre metri. Il ripetersi di fenomeni sismici nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, ha fatto riaccendere l’attenzione della comunità scientifica e delle istituzioni sul rischio di una eruzione e la necessità, per ora solo ipotetica, di una evacuazione delle zone maggiormente a rischio. Anche per questo è stata promossa a Pozzuoli una riunione operativa, organizzata per fare il punto sullo stato del vulcano Campi Flegrei, sul fenomeno del bradisismo e sulle azioni di prevenzione messe in campo. L’incontro è stato indetto in seguito al sopralluogo tenuto alla fumarola di via Pisciarelli da Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, Italo Giulivo, responsabile regionale della Protezione civile, Francesca Bianco, la direttrice dell’Osservatorio, Claudia Campobasso e Celestino Rampino, dirigenti dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia.
L’iniziativa si inseriva nell’ambito dell’attività di controllo e monitoraggio intrapresa per l’intensificazione del bradisismo e dei fenomeni sismici annessi a cui si assiste da gennaio. Al termine della giornata di lavori, dal responsabile della Protezione Civile, sono giunte parole rassicuranti sullo stato delle cose. La caldera dei Campi Flegrei, infatti, è monitorata attentamente e l’evoluzione del fenomeno bradisismico è seguita costantemente. Il sollevamento della terra nell’area flegrea, è stato detto nel corso del convegno, avviene ad un ritmo di 12 mm al mese. Nessuna paura, però. Almeno per il momento la situazione è sotto controllo e non ci sono motivi di fondata preoccupazione che gli eventi possano precipitare. Non sono emerse, insomma, ragioni per cambiare lo scenario e il livello di allerta attualmente presente.
“Il fenomeno del bradisismo a Pozzuoli è certamente in evoluzione ma viene attentamente monitorato dalla comunità scientifica. Al momento non vi sono particolari motivi di allarme”, ha infatti spiegato Borrelli. “Quella che ci attende è una sfida che coinvolge la comunità scientifica, le istituzioni e i cittadini”, ha proseguito. “Sono convinto che, come accaduto in occasione dell’emergenza Coronavirus, anche nel caso di una evacuazione, i cittadini saranno in grado di seguire tutte le indicazioni previste dal piano di fuga”. Un’area, ha sottolineato Borrelli, “anche densamente popolata e questa è una delle caratteristiche che fanno sì che l’area flegrea, insieme a quella vesuviana, sia una delle più pericolose del nostro Paese e che per questo dobbiamo attenzionare e monitorare ha concluso Borrelli, che ha poi annunciato una nuova esercitazione da tenersi in autunno. L’iniziativa si svolgerà grazie anche all’utilizzo di nuove forme di tecnologia applicata ai fenomeni sismici e bradisismici.