Ascensore del Monte Echia: la questione finisce in Procura. Dalle Assise di Palazzo Marigliano infatti (come riportato dal Corriere del Mezzogiorno) a fine luglio è stato presentato un esposto alla magistratura per verificare eventuali irregolarità nella costruzione dell’elevatore di 59 metri di altezza (e del relativo torrino cioè la stazione superiore, che supera il livello della collina oscurando il panorama) che dovrà collegare il borgo di Santa Lucia col sovrastante belvedere del Monte Echia. L’esposto richiama stralci delle relazioni tecniche redatte, su richiesta delle Assise, dagli architetti Giulio Pane e Carlo Coppola i quali nelle procedure seguite dagli enti competenti avrebbero individuato “semplificazioni, omissioni e infingimenti”. Nella documentazione di archivio della Sovrintendenza – si sostiene nell’esposto – sarebbero assenti le domande di autorizzazione archeologica e paesaggistica; inoltre sarebbe mancante la valutazione di impatto ambientale (che in certi casi può essere esclusa ma qui mancherebbero i presupposti) . Secondo i rappresentati delle Assise poi la relazione paesaggistica presentata a corredo della variante 2017 reca la stessa documentazione fotografica presentata in occasione dei lavori principali (mentre la situazione si era modificata). Sarà la magistratura a fare chiarezza.
Il 7 luglio la questione era stata oggetto di una interrogazione dell’onorevole Rina Valeria De Lorenzo di Liberi e Uguali al ministro Franceschini. Nell’iter seguito per le autorizzazioni peraltro si ignorerebbe la presenza di ruderi romani (nonostante la distanza del sito archeologico dalla stazione superiore sia di appena pochi metri).
Gli scavi e le colate di cemento per costruire il tunnel verticale per l’ascensore (a due cabine da 12-13 posti ciascuna) hanno probabilmente assestato altri colpi al costone di tufo (per il quale sono previste opere di contenimento). Ma adesso proprio la De Lorenzo allarga l’orizzonte, collegando la situazione del Monte Echia ad altri inquietanti segnali di crisi idrogeologica che si stanno registrando nell’area circostante. Ultimo visibile, palese, rappresentato dalla messa in sicurezza del bastione vicereale di via Acton per il rischio crollo cornicioni… E poi le impalcature attorno al Maschio Angioino (“possibile che nessuno spieghi gli interventi in corso?”). La De Lorenzo ha chiesto delucidazioni al Comune. E poi cita la galleria Vittoria, il teatro San Carlo, la villa comunale, il ponte di Chiaia, la chiesa di Santa Maria degli Angeli, non trascurando le condizioni in cui versano la galleria Umberto e la chiesa di Santa Brigida, “tutti ricadenti nella traiettoria dei lavori della linea metropolitana o della linea 6”, nota la parlamentare. Scavi, colate di cemento fino a decine di metri sotto il livello del mare; vibrazioni.
L’ennesimo monito era stato lanciato a gennaio da Antonio Pariante del Comitato Portosalvo insieme con il geologo Riccardo Caniparoli su tutta una serie di interventi invasivi che avrebbero incrociato le correnti d’acqua suffregna che sgorgano dal Monte Echia, bloccandole, deviandole, e poiché l’acqua trova sempre la sua strada, incidendo così su tutto il sistema sotterraneo che comprende la galleria Vittoria (si parla di problemi alle fogne; ma potrebbero essere stati accentuati dalle acqua sorgive), il bastione di via Acton, il Beverello (lavori al molo interrotti per fuoruscita di acqua suffregna e per la scoperta di resti archeologici) etc etc . Le acque sorgive, non potendo più circolare liberamente nel sottosuolo per la presenza di tunnel in cemento armato, iniziano a risalire, a cercare strade alternative… Si è ancora in tempo a intervenire per scongiurare episodi come quello di Palazzo Guevara (crollo di un’ala) .