Dopo il mancato accordo tra Regione Campania e Comune di Napoli sul rinnovo del contratto di servizio dell’Anm (Azienda Napoletana Mobilità) si inasprisce la polemica sulla gestione del trasporto pubblico locale tra Palazzo San Giacomo e Palazzo Santa Lucia. Lo scambio incandescente tra il presidente della Regione Campania e il sindaco Luigi de Magistris rischia di penalizzare ancor di più il servizio di mobilità urbana, troppo spesso sotto accusa per le improvvise interruzioni del servizio e la scarsa frequenza di bus. Il primo a scendere in campo, dopo la fumata nera della riunione Regione-Comune dello scorso 1 marzo (conclusasi solo con un orientamento sull’aumento delle tariffe) è De Luca, che dal consueto appuntamento televisivo settimanale su Lira Tv accusa il Comune di “volersi sfilare dalla gestione del trasporto pubblico alla scadenza, il 31 dicembre, del contratto di servizio, abbandonando l’Anm al suo destino. La Regione – aggiunge il governatore – ha risanato l’Eav (la holding del trasporto regionale, che gestisce, tra l’altro, Cumana, Circumvesuviana, Circumflegrea e MetroCampania Nord), ha avviato concorsi per 350 addetti ed ha in atto una vertenza sindacale, con un’apertura sullo straordinario da pagare ma senza sottostare ai ricatti di chi blocca il servizio”. Sull’emergenza Anm De Luca propone una gara per esternalizzare il servizio, “ma per fare una gara europea ci vogliono due anni – aggiunge il presidente della Campania – quindi bisognerebbe prorogare il servizio e sapere quali sono le risorse a disposizione: oggi gli stipendi ai dipendenti dell’Anm vengono pagati dalla Regione, che versa 58 milioni e mezdi Francesco Bellofatto zo ogni anno. Nel 2019 si stanziano sulla carta le risorse e se va bene si paga l’anno dopo, ignorando il fatto che gli stipendi si pagano ogni mese, le manutenzioni e i fornitori vanno pagati. Si aprirebbe, dunque, una fase di precarietà e pericolo per oltre duemila dipendenti”. Pronta la replica del primo cittadino napoletano: “Sebbene la Regione voglia esternalizzare il trasporto pubblico, noi parteciperemo alla gara perché abbiamo salvato l’azienda e vogliamo servizi più efficienti per i cittadini. Non è l’amministrazione comunale che mette a gara il trasporto pubblico urbano – aggiunge de Magistris – ma è la Regione che lo ha previsto con una legge del 2014, che noi abbiamo impugnato perché volevamo che il servizio restasse in house, mentre la Regione si è costituita contro di noi. Sono loro che vogliono la privatizzazione del servizio”. La concessione Comune-Anm scade il 31 dicembre 2019. “Siamo preoccupati – continua il sindaco – perché questa non è così lontana e la Regione non ha ancora avviato le gare. Mentre la Regione sta giocando al fallimento di Anm, noi, invece, nel bilancio metteremo le risorse per il futuro di Anm. Comune e Regione stanziano praticamente la stessa cifra, circa 58 milioni. Ma mentre quelli di De Luca sono fondi europei, i nostri sono risorse del bilancio comunale”. Sul delicato nodo del trasporto pubblico locale si registra la posizione della FiltCgil Campania, attraverso il segretario regionale Amedeo D’Alessio: “Non condividiamo la scelta del Comune di Napoli di non prorogare l’opzione in house nei confronti di Anm per la gestione del trasporto pubblico locale. Verificheremo poi in sede di approvazione del bilancio – aggiunge l’esponente sindacale – se quanto dichiarato dall’Amministrazione in merito all’invarianza delle risorse da destinare ad Anm corrisponda alla realtà”.
Accuse e veleni: la guerra dell’Anm
Lo scontro tra il sindaco de Magistris e il governatore De Luca sul futuro della società Si cerca l'accordo ma i rapporti sempre tesi tra i due non fanno intravedere la soluzione