Vivere a Napoli è un’esperienza unica. La città offre posti bellissimi, ha il mare, il clima buono e tantissima cultura. I suggestivi vicoli, gli odori e i sapori: tutto è unico a Napoli. Peccato, però, che ancora oggi, nel 2020, nelle strade della nostra città si registrino dei casi di inciviltà e mancanza di rispetto delle più basilari regole di convivenza che finiscono per rendere invivibile quella che è la città più bella d’Italia e forse anche del mondo intero.
Una ricchezza di arte ed una bellezza naturale che non solo non viene sfruttata a dovere incrementando i flussi turistici da tutto il mondo, ma che subisce anche un danno dalla presenza di troppe cose che non vanno. Dai marciapiedi che hanno gli scivoli per i carrozzini e per i diversamente abili ostruiti dalla sosta selvaggia in piena carreggiata delle auto blu oppure delle auto “in mano” ai parcheggiatori abusivi che ostruiscono il passaggio delle ambulanze come accade all’ingresso del pronto soccorso pediatrico del Santobono, dalla presenza di venditori abusivi ad ogni angolo della città fino alla mancanza di servizi di pulizia e manutenzione, dal mancato rispetto perfino delle piste ciclabili da parte di chi si muove in bicicletta e dall’invasione delle aree pedonali da parte di automobilisti e centauri. Da quelli che gettano carte e mozziconi a terra a quelli che attraversano al di fuori delle strisce pedonali e quando c’è il verde per le auto. Per non parlare, poi, del mancato rispetto del divieto di fumo in presenza di donne incinta o di bambini, che – lo ricordiamo – vale anche all’aperto per esempio se si è in un parco o seduti su una panchina o al bar.

La lista dei “piccoli” gesti di inciviltà che purtroppo si registrano quotidianamente a Napoli è lunga. E qui non vogliamo di certo elencarli tutti per fare la ramanzina a questo o a quello. Il punto è che se ognuno dei protagonisti di questi gesti di inciviltà, mancanza di amore per la città e mancanza di rispetto verso gli altri non si rende conto di quel che fa, la situazione non cambierà mai. E allora è giusto chiedere un maggiore controllo da parte della Polizia Municipale (che potrebbe e dovrebbe sanzionare anche questi piccoli gesti di inciviltà visto che sono previsti nel Codice della strada). Ma è anche doveroso che ognuno di noi si passi la mano sulla coscienza ed inizi ad evitare quei comportamenti che non sono consentiti. A cominciare, per esempio, dal cedere il posto sui mezzi pubblici alle persone anziane, alle donne, specie se sono in stato di gravidanza, e ovviamente a chi ha una difficoltà a deambulare. È vergognosa la scena a cui si assiste all’interno delle stazioni della metropolitana dotate di ascensori: puntualmente in tanti, non appena si aprono le porte del treno della metropolitana, fanno la corsa per occupare gli impianti elevatori lasciando, così, fuori proprio coloro a cui sono destinati, ovvero gli anziani e quelli che le corse non le possono fare per motivi di salute. Ma vi sembra normale costringere un anziano oppure una donna incinta a salire le scale perché l’ascensore è sempre occupato da chi sta bene, da chi è giovane e forte tanto da arrivare primo alla corsa dei cretini che occupano gli ascensori della metropolitana? Coloro che vi partecipano, di sicuro, risparmieranno qualche minuto per uscire dalla stazione ma non vi è dubbio che non hanno capito niente della vita.

Il direttore: Alessandro Migliaccio
Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta “terra dei fuochi” e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall’Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L’Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un’aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l’accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito.
Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it