Napoli-Juventus non sembra più la partita dell’anno ma solo un’occasione per riprendere slancio
Questo Napoli-Juve poteva e doveva essere la partita sulla quale giocare il campionato e le aspettative di alta classifica. Invece sarà solo l’ulteriore gara di sofferenza per Gattuso, gli azzurri e i tifosi. La Juve si presenta a Fuorigrotta nelle migliori condizioni per giocarsela in grande tranquillità, con la necessaria attenzione ma senza dover spingere a tutti i costi il piede sull’acceleratore.
Questo, invece, dovrà necessariamente fare il Napoli se ancora vuole sperare nel piazzamento Champions. Dunque, la partita più scomoda, tanto per cambiare, spetta agli azzurri. E sulla necessità del Napoli di vincere la partita, la Juventus formato Allegri in versione Pirlo, potrebbe piazzare il colpo da ko con una delle ripartenze letali che ne stanno contraddistinguendo l’inseguimento alle milanesi e, vista la difesa che Gattuso è costretto a schierare, il colpo letale per gli azzurri potrebbe arrivare in qualsiasi momento. I bianconeri, liquidata l’Inter e guadagnata la finale di Coppa Italia hanno potuto immediatamente concentrarsi sulla trasferta napoletana, sapendo di poter utilizzare uomini importanti come Chiellini, Bonucci, Arthur, Chiesa e Morata tenuti a riposo da Pirlo.
Una Juventus ricca di tecniche e di qualità che, dopo il necessario periodo di conoscenza dei singoli e di apprendistato, Pirlo sta forgiando in maniera precisa sia sotto l’aspetto tattico che sotto il profilo mentale. Sta venendo fuori, perciò, una squadra di grande sacrificio, operaia all’occorrenza ma anche aggressiva e micidiale nel pressing, potente, veloce nelle transizioni e soprattutto con la solita mentalità vincente. Pirlo ha abbandonato le velleitarie idee di gioco e spettacolo combinate in un mix esplosivo che il calcio di questi tempi, con impegni ogni 3 giorni non può oggettivamente reggere, ed ha intelligentemente puntato sull’arma migliore che ha distinto le vittorie bianconere negli ultimi 9 anni: la forza della difesa. Recuperati Chiellini e Quadrado la tenuta della squadra torinese è diventata nuovamente solidissima. L’esatto contrario di un Napoli che, contro i bianconeri, si gioca le ultime speranze di alta classifica con una difesa inerme e improvvisata ed in più il morale sotto i tacchi. Il 3 a 1 di Bergamo, infatti, appanna di molto la solita attesa per questo match che era carica di fiducia per riportarsi addosso alla Vecchia Signora. Gattuso appare stanco e sofferente ma non ancora rassegnato e i giocatori, contro i campioni di Italia in carica, hanno il dovere, non solo morale, di tirar fuori attributi e risorse residue per profondere nei 90 di Fuorigrotta ciò che ancora loro è rimasto di orgoglio e amor proprio. Ha più qualità e quantità in organico questa Juve, non ci sono dubbi, ma per una volta, anche se fosse l’ultima di Gattuso in panchina, gli azzurri mettessero la rabbia e la voglia di apparire una squadra capace di non mollare anche di fronte a un avversario molto più forte. Stasera non ci sono tecnica o tattica che tenga. Gattuso faccia scelte logiche nell’undici da mandare in campo e rinforzi la fase difensiva con un centrocampo da battaglia capace di mettere pressione e soggezione agli omologhi juventini. Blocchi le fasce laterali, tenga, se può, i ritmi più alti possibile e non si intestardisca a giocare dal basso evitando così il pressing juventino.
Giochi da provinciale questo Napoli che grande davvero non è mai stato se non per bocca o scritti di chi può e deve parlare di calcio solo per nascondere verità, risvolti strani e le strategie di chi pensa solo al business. Questo è il punto dopo un inizio di febbraio deludente ma anche e soprattutto sfortunato. Ora bisogna saltare a tutti i costi l’ostacolo Juventus. Mascherando le debolezze azzurre con una partita coperta ma audace e coraggiosa. Una gara da battaglia insomma. La parola, dopo tante chiacchiere inutili ascoltate in settimana, passa al campo. Vedremo cosa ci dirà, da giudice inappellabile.