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Un meraviglioso Napoli mette ko il Toro

Calcio. Sontuosa vittoria degli azzurri in casa del Toro. Formazione inedita con Verdi, Rog e Luperto che non delude

Salve, il mio nome è Nkoulou e significa tornado: Mi faccia il piacere. E questo Napoli che si è abbattuto sulla Torino granata, come vogliamo chiamarlo allora! La tempesta perfetta, quasi. Povero Toro matato nella sua arena. Con quei due lì davanti che vorrebbero far passare come i nuovi gemelli del gol. Graziani e Pulici erano un’altra cosa. E avevano accanto Claudio Sala il poeta del gol. Belotti e Zaza sperduti e perduti nelle secche della difesa azzurra. Il primo s’è visto solo quando ha calciato il rigore alle spalle di Ospina. Il secondo almeno ha lottato, cercato di farlo. Napoli meraviglioso per i primi trenta minuti. Con l’ennesima formazione a sorpresa. Titolari: Luperto, Rog, Mertens e Verdi. Il croato accanto a Marekiaro. Lì davanti, i tre più uno. Intercambiabili, frizzanti, tecnici, imprevedibili. In mezzo e nella coda del match, cambi di sostegno e finale col quattro-quattro-due. L’idea geniale, come l’amica della Ferrante, portata avanti come un mantra. Lorenzinho punta col vizio del gol. Scommetto che il little big man di Frattamaggiore avrà borbottato quando Sopracciglio Alzato, col suo parlare pacioso, gli avrà detto la prima volta: Lorenzì, lascia la fascia sinistra, sai che grandi campioni hanno sofferto lì la solitudine e va dove ti porta l’istinto. Ci provo mister, avrà ubbidito con riserva il piccoletto sempre più bomber anche se tascabile. E sono quattro, con la doppietta al Toro. Primo sigillo favorito da Moretti e Nkoulou il tornado in respinta flipper. Ma intanto al posto giusto devi esserci. Secondo centro con palo schizzato dopo palo pieno di Callejòn e anche in quel frangente lì devi esserci. Sopracciglio Alzato che conosco dai tempi in cui era il secondo di Righetto Sacchi è come un capo indiano, saggio e paternamente convincente.

Dicevano: ma Verdi potrà mai giocare in una posizione che richiede anche i polmoni? Certo, possibile. E l’ex bolognese ha pure avviato e concluso l’azione del raddoppio. E Sopracciglio Alzato avrà tuonato: son tornati verdi i miei pascoli celesti. Poverino il Mazzarri delle manìe compulsive: ma che guardi a fare l’orologio ogni due secondi. Lo faceva anche a Napoli, ma aveva il tempo di veder segnare Lavezzi e Cavani. Criticonzi di giornata a dire che sì, però, in avvio di ripresa s’è concesso qualcosa di troppo alle velleità di rimonta dei granata. In campo, lor signori sappiano, ci sono anche gli avversari. Elementare, Watson. Sempre troneggiante, ma falloso oltre il limite gigante Koulibaly che s’è beccata un’ammonizione evitabile. Napoli in definitiva sontuoso e che in certi tratti degli albori del match m’ha ricordato certe movenze del grande Brazil, quello di Pelé. Subito entrato in sintonìa con la napoletanità, anche quella spiccia, Carletto mescola di continuo le carte e fa impazzire gli avversari. Che non sanno mai quale tipo di Napoli si troveranno davanti. Una sorpresa per tutti, ogni volta. Questa vince e questa perde. Già, ma la carta buona, solo lui sa dov’è.

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