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Ritoccare la rosa ma niente rivoluzione. Per vincere ci vogliono i muscoli e il cervello

Calciomercato. Rinforzi in arrivo per il Napoli di Ancelotti: servono più centimetri in campo e la capacità di mettere pressione

Tempo di mercato e torna in voga un ballo antico sempre di moda nel calcio: il valzer. C’è il valzer delle panchine, quello degli attaccanti e quello dei soldi (dove sono, e chi li ha? ndr). Insomma, valzer a tutta forza come le dichiarazioni di amore dei neoacquisti ai loro nuovi tifosi o i ritorni di fiamma sempre desiderati, perché, come canta Venditti, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi, poi ritornano…”. Amori, come quelli estivi che durano un amen. E bla bla bla. Soltanto parole che la cruda realtà del campo smentisce poco dopo.

Scusate la digressione e veniamo a bomba: e il Napoli? Da Sarri è passato nelle mani e, soprattutto, nella testa di Ancelotti. La “grande bellezza” non è bastata per vincere, e Don Aurelio si è affidato all’usato sicuro e al gran carisma di Carletto re d’Europa. Il suo discorso, sull’onda di un progetto che va avanti da anni pur cambiando ogni 2/3 stagioni, gli allenatori con le “smanie”, deve aver convinto tuttavia anche Ancelotti. Il Napoli cerca e vuole ingaggiare giocatori possibilmente giovani ma già bravi che irrobustiscano una rosa già di ottima qualità.

Ragioniamo: in fin dei conti la terza è finita 14 punti dietro gli azzurri, quindi la competitività non va posta in discussione neanche per la prossima stagione. I cinesi giunti a Milano, sponda Milan ma anche Inter, sono in grosse difficoltà finanziarie e non sembrano in grado di sparigliare il mercato. Per Lazio e Fiorentina la crescita a certi livelli richiede ancora molto tempo. L’impressione, dunque, è che saranno ancora Napoli e Roma le vere antagoniste della Juventus. Con Ancelotti, comunque, Adl la sfida l’ha lanciata placando gli animi dei Sarristi più convinti, o di quei tifosi impazienti e… “smaniosi” come l’ex allenatore, di vincere finalmente “qualche titulo”. Per il tecnico emiliano l’ulteriore salto di qualità va sollecitato in quanto c’è l’esigenza di allestire una squadra robusta che si faccia rispettare anche in Europa.

A mio sommesso avviso, oltre al peso muscolare in campo, serve la capacità, e qui Ancelotti può diventare il valore aggiunto, di saper fare “pressione” sul campo tipo Juventus. Perché è chiaro che il calcio politicamente corretto di Sarri non paga per il campionato italiano con i vari Orsato, Mazzoleni e Tagliavento. Ma non divaghiamo e veniamo agli affari da portare in porto. In difesa il problema più grande resta quello del portiere. Salvatore Sirigu o Areola restano la scelta più affidabile per capacità ed esperienza internazionale, soprattutto se affiancati da un altro numero uno di buona qualità (Consigli, Sportiello, Puggioni etc. etc) e da una giovane ma già valida promessa. Ancelotti è su questa linea di mercato. Davanti alla porta, idee e possibilità, fermo restando le permanenze di Albiol, Koulibaly e Ghoulam, non mancano. Vrsaljko è, a mio avviso, un’opzione solo se Hysaj dovesse andare via, ma in giro c’è ancora altro, a cominciare da quel Cancelo che probabilmente non rimarrà all’Inter ma è già un top player nonostante la giovane età. È a centrocampo che il discorso si fa intrigante perché riguarda da vicino l’idea di calcio che Ancelotti vuole dare al suo Napoli.

Don Carlo non è tecnico da rivoluzionare tutto e subito e il Napoli ha già una fisionomia ben precisa per cui ritoccarlo è operazione non facile che richiede occhio, esperienza e prudenza. Callejon potrebbe andar via, così come Jorginho e forse Hamsik. Dicevamo prima del peso muscolare che deve acquistare la squadra, ed ecco allora che i nomi di Fabian Ruiz, Dembele (ci credo poco! ndr) Torreira, Suso, Sanches, Chiesa, Vecino, Badelj e Verdi, sembrano tutti in linea col progetto azzurro, perché si tratta di giovanotti vigorosi, ma già noti, in grado di dare chili, tecnica, ed energia non solo al reparto pensante.

Per l’attacco, infine, vengono fuori esigenze di diverso tipo, a seconda se Mertens deciderà di rimanere o andare via. Oltre a Milik, per il ruolo di centravanti, credo che Inglese, pur essendo un buon calciatore, non sia il massimo vista la ribalta europea da affrontare. Ancelotti poi, diversamente da Sarri, non lesina sui cambi e sul modo di variare il tema tattico di fondo della squadra anche a inizio gara; perciò un’alternativa di peso e personalità, una scelta a effetto, forse si impone in un ruolo chiave vista l’annata di molti faticosi e importanti impegni per cui ci sarà spazio per non fare panchina. Vedremo.

I giochi sono apertissimi, il calcio come un feuilleton: sorrisi e lacrime che qualcuno asciugherà. Crediamo in Ancelotti.

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