di Maro Bruttapasta
Il Napoli troverà un Barcellona molto diverso rispetto alla squadra vista nel girone contro l’Inter. Con Quique Setien la dirigenza catalana ha tentato la carta del ritorno al passato, addirittura remoto, se si considera la venerazione del tecnico ex betico per il calcio di Cruyff, prima ancora di quello di Guardiola. Il Barça non ha rinunciato a Valverde dopo le disfatte di Roma e Liverpool, ma a stagione in corso, in piena corsa per la Liga e dopo un girone di Champions vinto in surplace. Hanno pesato, quindi, sul destino del tecnico non tanto i risultati, visti i due campionati vinti , bensì la sostanziale estraneità dal Dna azulgrana. Dai tempi di Cruyff perfino il duopolio Robson-Mourinho si era adeguato ai principi di gioco installati dal Profeta, in tutto l’ambiente sia da giocatore, con l’impulso dato al rafforzamento del vivaio, sia da allenatore. Rispetto alla politica dei rivali del Real Madrid, da sempre più caratterizzata dal reclutamento di top players affermati o in fieri, meno dal tecnico di turno, il Barcellona da tempo insegue continuità soprattutto dal punto di vista della filosofia.
Setien non appare un marziano rispetto ai concetti tanto cari al Camp Nou: il tecnico nelle sue più fortunate esperienze, al Las Palmas ed al Betis ha privilegiato un gioco di posizione, non sempre ermetico sul piano difensivo, ma con una spiccata predilezione per il possesso palla e per il recupero palla veloce sulla trequarti avversaria: in tal senso sono state emblematiche le parole di Gattuso in conferenza, che ha riconosciuto i progressi apportati dal tecnico cantabrico sotto questo aspetto, stante la velocità con cui i catalani ormai entrano in possesso della sfera dopo averla persa, rispetto al biennio di Valverde. Oltre alle parole del tecnico calabrese, il tappeto verde conforta la scelta del Barcellona, sin dalla gara con il Granada si è visto un Barcellona più somigliante a quello delle epoche Guardiola e Luis Enrique.
L’avvio di Setien non è stato fin qui caratterizzato da soli successi: ci sono state vittorie oltremodo sofferte e fortunose come ad Ibiza in coppa e a Siviglia, sponda Betis in campionato ed in nove gare il Barcellona ha già conosciuto la sconfitta a Valencia per due reti a zero nella Liga e in Coppa di Spagna ad opera del Bilbao, con tentativi di difesa a tre al momento congelati.
Il tecnico, inoltre, si è trovato a dover affrontare periodi di scarsa tranquillità dell’ambiente catalano per la lite Messi-Abidal e soprattutto per la querelle tra molti big dello spogliatoio e la dirigenza, rea di aver tenuto a libro la società di comunicazione L3 Ventures, ufficialmente assoldata per migliorare la reputazione sui social del club, ma nei fatti impegnata a creare una serie di account falsi decisamente poco benevoli, volendo usare un eufemismo, nei confronti delle stelle attuali e passate del club. Tuttavia dopo la preoccupante gara interna con il Getafe, in cui solo un miracoloso Ter Stegen ha evitato la duplice rimonta degli avversari al Camp Nou, con l’Eibar si sono rivisti un Barcellona e soprattutto un Messi in versione dilagante.
I catalani hanno diverse assenze, in particolare sugli esterni di difesa, ma per gli uomini di Gattuso il rischio di trovare un avversario che giochi come ai tempi dell’invincibile armata di Guardiola è elevato, rispetto alla dimessa versione affrontata da Manolas ai tempi della Roma.