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Napoli-Atalanta: tre sberle dalla Dea, il primo scontro diretto è una sentenza per gli azzurri

Napoli-Atalanta: tre sberle dall Dea, il primo scontro direttoè una sentenza per gli azzurri.

Napoli-Atalanta: tre sberle dalla Dea – All’ingresso in campo delle due squadre, soliti fischi per l’inno della Serie A, fischi interrotti da un profondo ed emozionante applauso di tutto lo stadio quando la squadra azzurra si inginocchia per solidarietà a Juan Jesus ma soprattutto per dire un NO netto e deciso al razzismo.

Subito uno spavento per il Napoli. al secondo minuto di gioco, palla persa da Rrahmani, troppo sicuro nel tentare di chiudere sun una ripartenza bergamasca, contrasto con Scamacca, palla persa e difesa spalancata per il passaggio verso Miranchuk che di destro colpisce il palo. Napoli che inizia a giocare solo dopo 10 minuti, eludendo il pressing dell’Atalanta risce a far girare palla, purtroppo tutti i tentativi vengono resi vani da una difesa molto attenta dei ragazzi di Gasperini. Il Match cambia al minuto 26, gli ospiti su un’azione confusa arriva al cross, Jesus viene disturbato sul tentativo di allontanare di testa, la palla arriva a Pasalic che svirgola ma di fatto diventa un assist per Miranchuk che nell’area piccola indisturbato deve solo poggiare in rete. Forti dubbi sulla regolarità dell’azione che viene convalidata dal Var per l’1-0 ospiti. Il Napoli prova a reagire, ma le idee e soprattutto i movimenti sono pochi, mentre dall’altra parte l’Atalanta va a nozze negli spazi che inevitabilmente lasciano gli azzurri nell’intento di recuperare il risultato. Il 2-0 inizialmente viene evitato da Meret, bravissimo nell’uscita su Pasalic lanciato tutto solo a rete a minuto 31, ma deve arrendersi sul diagonale di Scamacca allo scadere del primo tempo, altro dubbio sulla regolarità dell’azione per un pressunto fallo su Osimhen e successivamente su Jesus che perde palla al limite dell’area favorendo il gol del centravanti della nazinale. Fischi assordanti all’intervallo rivolti agli azzurri e soprattutto a Pairetto che non ha per nulla convinto.

Calzano cambia prima del rientro in campo, Zielinski prende il posto di uno spento Traorè e Ngonge rileva un Raspadori che in quel ruolo fa fatica ad esprimere le sue qualità. La musica cambia leggermente, gli azzurri sembrano crederci e al minuto 54 l’occasione che potrebbe cambiare le sorti della partita, Zielinski con un sinistro dal limite dell’area piccola in posizione defilata, colpisce il palo, l’azione non finisce e tra il batti e ribatti, Osimhen devia in area un tiro di Lobotka, Carnesecchi è preso controtempo ma la sfera si stampa nuovamente sulpalo. Il proseguo del match vede gli azzurri tentare di raddrizzare la situazione, ma non riesce mai a dare l’impressione di una squadra ben organizzata. Osimhen riesce a darsi una smossa, colleziona due occasioni ma sulla sua strada Carnesecchi evita la resurrezione del Napoli, mettendo poi la pietra tombale sul match al minuto 88 con Koopmeiner che in diagonale di sinistro batte Meret.

Squadra che esce tra i fischi dei pochi rimasti, lo stadio infatti si è svuotato rapidamente al terzo gol atalantino. Unica nota positiva o almeno da salvare, è la prestazione di Meret, infatti grazie al portiere azzurro il match non ha preso lineamenti tennistici nel punteggio.

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