Dopo il danno, la beffa: Milik, punito col giallo dall’arbitro Giua al 73esimo minuto del match contro il Lecce per una simulazione che le immagini hanno poi chiarito non fosse tale, ha ricevuto dal Giudice Sportivo una multa di duemila euro. “Per avere – si legge – simulato di essere stato sottoposto ad intervento falloso in area di rigore avversaria”. Una farsa.
Una farsa ancor più cocente se si considera che l’arbitro Antonio Giua sarà fermato per un turno. Magari non sarà una sospensione punitiva, forse verrà dirottato a qualche ruolo di secondo piano, ma le linee guida del Var sono chiare e a inizio novembre a Roma fu deciso che i contatti bassi in area di rigore bisogna andare a rivederli. Il fischietto di Olbia, col Lecce, non lo ha fatto. C’era un rigore solare negato a Milik, che è stato addirittura ammonito. Un errore clamoroso che non poteva non avere conseguenze. Così, Giua sarà fermato. Giusto così, per quanto fatto domenica al San Paolo. Un singolo episodio ma talmente grave da condizionare tutta la partita. Cambia il regolamento nell’area di rigore delle avversarie del Napoli. Non solo rigori negati, ma anche cartellini gialli. Come a dire: la beffa, oltre il danno. Era successo già contro la Sampdoria a Genova, è ricapitato col Lecce al San Paolo. Potevano arrivare due penalty, sono stati estratti due gialli. Entrambi, ovviamente, inesistenti. Ne hanno pagato le spese Politano e Milik. Il primo è stato accusato dall’arbitro La Penna di simulazione per uno sgambetto di Linetty che, invece, era netto. Le immagini non hanno chiarito del tutto se il contatto è avvenuto dentro o fuori area, ma non hanno seminato dubbi sull’entità del fallo. Il Var, ovviamente, non è intervenuto. Episodio identico col Lecce, quello noto a tutti, di cui si parla da ore: Donati atterra Milik, rigore netto, invece il polacco viene ammonito per simulazione e l’arbitro Giua difende il proprio errore anche dopo l’intervento (vano) del Var.
Due episodi in sei giorni che meritano estrema attenzione, anche mediatica. Due gravi errori che vanno ad aggiungersi ad un elenco infinito. Non è undicesimo per gli arbitri, il Napoli, ma certe “macchie” restano e non possono essere ignorate. E il Napoli come reagisce. Ufficialmente solo con le parole di Giuntoli nel dopo-gara. Ma trapelano indiscrezioni. De Laurentiis avrebbe fatto arrivare la sua protesta con una telefonata a Gravina, il presidente della Figc. Ma il presidente si aspettava una reazione da parte dei vertici arbitrali, con un commento da parte di Nicchi e Rizzoli su quanto accaduto. Niente. De Laurentiis chiede che venga fatta chiarezza nell’applicazione del Var, il suo concetto è lo stesso già espresso, con toni violentissimi, dopo il torto subito contro l’Atalanta. “Ne abbiamo le tasche piene – disse De Laurentiis in quell’occasione – . Basta non se ne può più. Siamo stanchi di essere involontari sostenitori della classe arbitrale. Questi signori venissero in campo a parlare con noi. Questo è il più bel gioco del mondo che state cercando di avvelenare. Ne abbiamo le tasche piene”.
Così si sfogò Aurelio De Laurentiis ai microfoni di Sky Sport a fine partita, commentando l’arbitraggio di Napoli-Atalanta dello scorso 30 ottobre. “Chiedo chiarezza e rispetto. A Nicchi e Rizzoli dico metteteci la faccia, ne abbiamo le tasche piene”, disse il presidente del Napoli, che oggi ripeterebbe le stesse identiche parole. Ma non lo farà. Il club azzurro si è fatto sentire nelle sedi opportune.