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La (non) pagellina di Immacolata Benedetti. Milan-Napoli, un horror: ho paura a rivedere gli highlights

Pagellina? No. Lo so che sembra ridicolo, ma anche la mia pagellina ha bisogno di una logica di fondo, e nella partita di Coppa Italia di martedì sera, non riesco proprio a trovarla. La partita contro il Milan è stata una via di mezzo tra una visione horror ed un fantasy. Ho paura a rivedere gli highlights, nel timore che Ancelotti possa uscire dallo schermo, afferrarmi ed inserirmi nella prossima formazione, come in The Ring. Ogni incontro rappresenta una sfida. Non alla squadra avversaria, ma alla nostra capacità di afferrare moduli, schemi e scelte.

Per calmarmi sono costretta a guardare Beautiful, perché diciamo la verità…. Sono passati 30 anni, ma ritroviamo sempre delle certezze:
1) che Brooke Logan la sera la conservano in formaldeide
2) che Brooke Logan è sposata, si sta sposando, sta copulando o ha copulato con un consanguineo.

Carlè… nuie abbiamo bisogno di certezze. Tu nun solo ci stai intussicando la visione delle partite, ma anche tutta la frase di preparazione. Un tempo le famiglie, gli amici, si riunivano davanti al fuoco e al massimo si appiccicavano su quale divisa i nostri avrebbero indossato. Mò a prima domanda è: ma stamme ancora parlando del gioco del pallone?

Tu non stai utilizzando la rosa… ma tutto o giardino botanico.

Getti in campo i giocatori così come un agricoltore inesperto semina l’orto, ammiscando tutti i semi. Ed alla fine si ritrova i cavoli al sapore di ravanelli, il pomodoro verde broccolo barese. Più che una formazione, sembra leggere gli ingredienti per un esperimento scientifico. Ma vuò vedè che uno che ha vinto tanti titoli, mò stesse puntando al Nobel per la ricerca?

Tra i convocati, in ogni partita, ormai ci sta pure un sarto, caso mai avessa cosere nu nummero e nu nome nuovo arete a na maglietta. Ma c’è di più. Anche quando i giocatori ricevono la notizia che devono giocare, non sanno in quale ruolo. Praticamente ogni sessione pre allenamento è una selezione di dieci piccoli indiani, e nun sapimme mai chi sono quelli che muoiono.

Il terzino diventa centrale difensivo, il difensore attaccante. Insigne diventa… no… purtroppo è sempre se stesso… Si racconta che un giorno Maksimovich è rimaste immobile e dritto per due ore pensando di dover fare il palo, prima di capire che Piatek aveva segnato.

I giocatori sono così confusi che ogni sera guardano il nome scritto dietro la loro maglietta per capire chi sono, così da poter ritornare ognuno nella propria abitazione. Il problema non si pone se Mertens, per errore, va a casa di Insigne, ma capiamo il dramma che si consuma quando è Koulibaly a sbagliare indirizzo.
I tifosi del Napoli hanno fatto incetta di lavagnette da pareti: prima di ogni incontro studiano le possibili formazioni senza riuscire mai ad ingarrare quella giusta.

A casa mia ci siamo portati avanti e disegniamo direttamente sul muro, frecce, direzioni, punti interrogativi mi hanno trasformato in Picasso. L’altro giorno l’intendenza ai beni culturali mi ha messo il cordoncino davanti al muro e mò, per entrare nella stanza, devo pagare il biglietto.

Ormai è chiaro che non c’è nessuno schema dietro le scelte di Ancelotti. La formazione viene decisa in base all’ordine di arrivo dei giocatori allo stadio. Ecco perché Hamsik ha saltato gli ultimi incontri: ha fatto tardi per “scendere il cane” a fare la pipì.

Ora caro Mister, a me non piace vincere facile e pammoreddiii neanche difficile, ma ormai tengo un’età e appartengo a quella generazione vecchia che quando guarda tra i pali, si aspetta di trovare un portiere.

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