Il progetto. Gli azzurri si riavvicinano al primo posto. Giornata piena di colpi di scena
Di nuovo più vicino. La sfida continua. Grazie agli estensi, alla squadra antica che fu di Capello e di Massei e che aveva un conto da regolare lungo mezzo secolo quando fu piegata da un gol di Zigoni il centravanti hippy, non per niente si era nel Sessantotto. Torna a vincere il Napoli, dopo la batosta romana e il nulla di fatto in casa Inter. Lo fa con un colpo di testa e di intelligenza di Albiol che non segnava da un paio d’anni. Non è stato semplice avere ragione del Genoa. Ben messo in campo da Ballardini per la prima mezzora è stato tonico, ostico e pericoloso. Alla fine, vittoria meritatissima. Anche se venuta a capo di un’esibizione non lineare, farraginosa. E però c’è da annotare i legni colpiti da Insigne e Mertens e la conclusione sbilenca di Allan a non più di sette metri da Perin, il portiere del futuro. C’è stata sul brasiliano una trattenutina che non giustifica l’errore. L’importante era riavvicinarsi alla Juve. Obiettivo centrato.
A due punti di distacco la sosta per le amichevoli delle nazionali sarà più dolce. Era la prima volta di Sarri contro Ballardini che si conoscono da una vita. Il Genoa gemellato ha incassato dagli azzurri la decima rete in trasferta. Ha costruito la sua classifica lontano da Marassi lo stadio più inglese che ci sia in Italia. Pandev, ex con 124 maglie azzurre nel cuore, è stato tenero. Molto meglio il bulgaro Galabinov che di colpi ne ha dato e ne ha preso. Tutto rose e fiori? Non direi. Contava il risultato d’accordo, ma ho intravisto negli azzurri troppe imprecisioni. Errori tecnici anche tra i più bravi che sono difficili da comprendere. Forse sarà stata la voglia matta di accorciare sull’eterna rivale. Forse sarà stata la serata non troppo ispirata di elementi determinanti come Callejòn e Hysaj. Forse sarà stata la perdita dopo una ventina di minuti di capitan Hamsik che ha accusato un problema ai flessori. Zielinski ha avuto a disposizione un minutaggio importante ma stavolta non l’ha saputo sfruttare. Va bene, vincere era l’unica cosa che contava e i tre punti d’oro sono arrivati. Dopo la sosta, comincerà un nuovo torneo, la volata finale da condurre come il favoloso Nibali ha fatto a Sanremo.
Prima del match col Grifone, il minuto di raccoglimento in memoria di Luigi Necco. Era il minimo, dopo che la società era stata vergognosamente assente nel giorno dell’addio. C’erano, tra gli altri, Ferlaino, Vinicio, Cané, Rivellino. Il Napoli di una volta. Giornata stramba. Con la vittoria schiacciasassi dell’Inter in casa della Samp di Quagliarella che da tempo s’è squagliata. Icardi è tornato al gol esagerando. Ne ha fatti ben quattro ed ha raggiunto quota 103, numeri da bomber di razza. E va bene che la Samp s’è scansata per tutta la durata dell’incontro, opponendo (si fa per dire) mollezze estreme. E neanche l’orgoglio di cercare, a frittata fatta, almeno il gol della staffa. Il Milan ha avuto ragione del Chievo sudando le proverbiali sette camicie. Due volti in vantaggio, i clivensi hanno ceduto al termine di una gara di impegno e sostanza. Ancora a bersaglio André Silva il portoghese ritrovato. Il vecchio bucaniere Sorrentino ha parato un rigore. Bellissima la rete di Inglese, l’attaccante che sarebbe dovuto andare alla corte di Piazza dell’Immacolata 14 Napoli Cucina tipica Mare – Terra – Pizze classiche e gourmet Servizio a domicilio 081.5787800 Sarri. Si ferma la Lazio in casa davanti al Bologna. Pagando, probabilmente, lo sforzo di Kiev che è valso comunque l’approdo ai quarti dell’Europa League.
Prossimo avversario, il Salisburgo la città di Mozart. Continua a volare la Roma che ha vinto netto sul difficile campo del Crotone mai domo. Sempre più interessante la lotta per non retrocedere che coinvolge un nugolo di squadre. Iellato il Benevento che nei minuti finali viene raggiunto e superato dal Cagliari. Retrocederà la squadra sannita, ma ha un gioco e tanto cuore.