È il regolamento, ripeteva Frassica giudice di “Quelli della notte”. È il regolamento, ha sancito la corte d’appello federale rigettando il ricorso del Napoli tendente ad annullare la seconda giornata di squalifica inflitta a Koulibaly dopo la vergogna del Meazza. L’arbitro va rispettato, anche se si chiama Mazzoleni insensibile ai cori razzisti. Un giorno all’improvviso qualcosa cambierà, si spera. Vado controcorrente, mi piace. Kalidou era stato accompagnato dall’avvocato Grassani e dal presidente De Laurentiis. E dunque, c’era tutta l’ufficialità di una protesta, giusta. E se Kalidou si fosse presentato da solo? Sarebbe stato un colpo di teatro, una grande idea. La confessione del disagio di un campione che è anche una grande persona: gentile, educato, prodigo di aiuti verso i meno fortunati. La corte, presideduta da Sandulli, si sarebbe trovata spiazzata, costretta ad ascoltare la confessione dolorosa di un uomo deriso per il colore della sua pelle. Un Uomo solo. Con i suoi sentimenti e le sue idee di civiltà ed umanità. Un nobile figlio di una Napoli storicamente aperta all’incontro con esseri umani di tutte le nazionalità. Probabilmente, Kalidou non avrebbe ottenuto lo sconto di pena. Ma, da solo, avrebbe scritto una pagina indelebile. Scritta con il cuore. Ed avrebbe reso sterile il regolamento. Forza Kalidou.