di Marco Bruttapasta
Maradona è meglio e’ Pelé…e di Messi? Lionel Messi sente questo paragone da quando dà calci alla pelota e tra pochi giorni si esibirà per la prima volta nel teatro delle migliori recite di Diego. Certo il San Paolo è cambiato dai tempi del Diez, ma ancora l’aura del Pibe aleggia su Fuorigrotta. Ci penserà Lionel mentre l’aereo sorvolerà i chiringuitos per poi verso l’atterraggio guardare il traffico della circumvallazione tra Casavatore e Casoria prima di toccare Capodichino. Chi tifa Barca ha la risposta, è meglio Lionel che in azulgrana è stato addirittura bulimico sul piano dei trofei, contribuendo da giocatore, più di chiunque altro, a rendere i catalani da soventi secondi nei confronti della castigliana casa Real a dominatori in patria. Messi ha sbaragliato Cruyff, Rivaldo, Ronaldinho, Stoichkov e soprattutto Diego che nei pressi del Parc Guell non diede esattamente il meglio di sé. Si ruppe Diego, litigava un giorno sì e l’altro pure con l’ambiente locale che chiamava il 10 e i suoi familiari,amici e sudditi “sudaca”, in modo spregiativo. Furono due anni durissimi, da macumba per il Pibe, tra l’altro preannunciati da un trailer abbastanza inquietante, il Mondiale spagnolo di Diego in cui fu stalkerizzato da Gentile e finì in rissa contro il Brasile.

Messi a Barcellona è passato da Rijkaard a Setien passando per Guardiola che lo rese fulcro del suo gioco, togliendolo dalla fascia per dirottarlo al centro, al punto che Zlatan Ibrahimovic in Catalogna funzionò come un organo trapiantato male. Dopo il calcio liquido del Pep, quello vero non quello sbracato di Re Carlo a Napoli, Lionel è stato il braccio armato degli sfortunati, umanamente parlando, Villanova ed Enrique. Ha fatto parte del Barca più brutto quello del Tata Martino, con Valverde ha dominato in Spagna ma in Europa è andato incontro a sonore mazziate, con le celeberrime remuntadas di Roma e Liverpool. Oggi Lionel denuncia un po’ di malessere, murmulea con Abidal e l’universo mondo fantastica sulla sua destinazione, scartato subito il City per la squalifica nelle Coppe, c’è il pericolo di vederlo in bianconero dove si accompagnerebbe a quel CR7 che da tempo rappresenta l’altro termine di paragone per Lionello da Rosario. Forse a Diego mancava proprio questo ai suoi tempi, un rivale terreno e allora il Nostro li cercava più in alto dalla Fifa agli Usa, dato che quella era un’epoca da Palloni d’oro a Belanov. Troppo vecchio Platini,troppo frangibile Gullit, troppo poco dribbloso Matthaeus, non c’erano dicotomie Diego vs qualcuno paragonabili a Messi vs Ronaldo. Con l’Albiceleste il confronto con Re Diego è impetuoso. Maradona iniziò a far rumore con la sua esclusione da Baires 78, Menotti lo rese desaparecido e ancor oggi alcuni argentini non lo perdonano nonostante la Coppa. Detto del Mondiale spagnolo, sappiamo tutti le gesta messicane di Diego che divenne Dio Azteca nel 1986 e le Notti magiche degli intrallazzi romani del 1990 con Diego che finì il mondiale inveendo contro tutta l’Italia che non era Napoli. Epico nella sua tragicità anche l’ultimo episodio di Maradona con la Seleccion, negli Usa.
Messi non ha storie così avvincenti da raccontare con la Nazionale, troppo giovane nel 2006, troppo forte la Germania nel 2010 per lui e per Diego allenatore, troppo poco protagonista nel 2014 nonostante la finale e troppo anonimo nella Campagna di Russia. Anche in Coppa America non si contano le delusioni per Lionello, dando così materiale ai suoi detrattori per evidenziare la mancanza di carisma del giocatore lontano dall’ovattato ambiente catalano. Napoli Barcellona non sarà quindi una gara qualsiasi per l’attaccante argentino, tra gli spettatori ci sarà chi ha visto pure le gesta del nativo di Lanus e il rosarino vorrà far bella figura, anche perché dalle parti di piazzale Tecchio ultimamente un certo portoghese è uscito con le ossa rotte…