La pagellina su Napoli – Sampdoria
Pagellina?
Dopo la sconfitta in Coppa Italia, diciamo la verità tenevamo il magone tutti quanti. Affrontare una squadra tosta come la Samp in questo periodo ci ha fatti dormire sul letto di chiodi come i fachiri. Da martedì notte un unico pensiero costante in ognuno di noi: e moooo? Che amma fa? Uagliù organizziamoci, chi sape giucà a pallone? Chi sta in forma per entrare? Io sono anziana, tengo gli acciacchi, il colpo della strega… ma qualcuno ce adda sta…
Quando è stata resa nota la formazione ufficiale e abbiamo visto il nome di Maksimovic, abbiamo tremato: ma che fine ha fatto Albiol? Arò sta? Io ho cercato dappertutto, pure sotto o divano, dinte o ripostiglio… Ma niente… Uscite Albiol, uagliù, il gioco è bello quando dura poco.
Poi Maksimovic ha iniziato a giocare e là ho capito che Albiol era in Maksimovich. Non so se solo spiritualmente o se l’è magnate o ver, ma là stava…
Prima di immergerci nella complessità dell’argomento trattato dalla mia pagellina, consentitemi due parole. Alla fine della partita abbiamo capito il concetto del Mainagioia. Mentre ancora saltavamo per la vittoria, la doccia fredda della notizia quasi sicura dell’addio di Marek. Che non fosse una bufala, lo si avvertiva dalle voci gongolanti dei giornalisti, manco ci stessero informando della vincita al lotto. E dal sopracciglio alzato di Ancelotti. Io ho fissato quel sopracciglio… non si è mai abbassato. Uno stare su non impertinente, ma consapevole. Guardando quel sopracciglio ho capito: 1) che la trattativa era fatta 2) che Ancelotti deve sicuramente fare le prove davanti allo specchio per avere quella espressione per così tanti minuti. E che esistono vari livelli di altezza, a seconda della gravità della notizia. Quella di ieri era defcon 1. Il livello mai raggiunto prima.
Tecnicamente quel sopracciglio significava: “Vedi quella gioia? Ecco. Posala che non è tua!”
Meret: giovane ed “aitante” il nostro portierone. Aitante dopo che KK gli ha spiegato: se non ti tuffi a cufaniello su ogni palla, “hai tante” e chilli paccheri…”. Ed il nuovo arrivo per assonanza, ha capito. Voto 6,5
Hysaj: assente nelle ultime partite ha dimostrato di essere ancora una pedina importante. Dimostrando che non sempre è necessario correre come un cavallo o essere una torre per fare bella figura sulla scacchiera. Se rimani inte e strisce, è utile pure o pedone. Voto 6
Maksimovic: completamente trasformato dopo la brutta prestazione di Milano, ha cambiato prestazione, capacità, nome e pure sesso, intercettando più palle di una pornostar. Voto 6,5
Koulibaly: sontuoso, divino. Non solo in difesa. Ma anche in attacco portando avanti una delle più belle azioni di tutta la partita. Lo stadio ha urlato il tuo nome al momento del calcio di rigore, ma per farli neri, abbiamo dovuto scegliere un altro colore. Ormai è chiaro che non è che noi siamo Koulibaly… è Koulibaly ad essere noi. Voto 7
Mario Rui: decisamente una prestazione migliore degli ultimi mesi. Finalmente sgroppi in avanti, non facendo finta ogni volta di fermarti per raccogliere un soldino da terra. Voto 6,5
Zielinski: prestazione intensa e caparbia. Hai fatto a sportellate con il tuo connazionale, riuscendo spesso ad avere la meglio. E dopo la “polacca” di Aversa, il polacco a Napoli ci addolcisce un poco l’amaro in bocca. Voto 7
Allan: non il solito Allan. Ma nettamente in ripresa. Il mercato di riparazione è un momento devastante. Siamo sicuri che il PSG non ha avuto accesso né all’allancorpo, né all’allananima? Allanima di tutti i rumors di vendita destabilizzanti. Voto 6
Diawara: entra molto bene in partita. Come un imbucato ad una festa mondana molto ben riuscita. Il problema è che a volte è come Jep Gambardella della Grande Bellezza e tiene il potere di farla fallire la festa. Ma non questa volta. Voto 6
Callejon: con la coda dell’occhio vede Milik sopraggiungere alla sua sinistra. Calcola velocità, ampiezza, vento e pure se qualche spettatore smuove l’aria con una scoreggia, per fare al polacco un assist perfetto.Voto 7
Insigne: gioca molto, recupera, corre. Fa anche un goal. Ma ciò che importa è la fase di costruzione. Sembra che qualcuno abbia finalmente capito che in un pupazzetto così piccolino, non ci vanno le pile stilo AA ma le AAA. Voto 6,5
Milik: il polacco non sembra sempre riuscire a tenere in mano le redini dell’attacco. Non sempre riesce a smarcarsi dai difensori per occupare una posizione corretta ed idonea, ma dà fastidio in area. Come un tanga, stretto tra le pacche. Non sarà utile a coprire la zona, ma senti che sta là comunque. Voto 6.5
Hamsik: “Vi amo come si amano certe cose oscure, in segreto, tra le ombre e l’anima”. Sonetto XVIII , Pablo Neruda