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Intermezzo Azzurro

Foto SSC Napoli

Tutto bellissimo: Kvara che fa doppietta dando ragione a Calzona che lo aveva messo fuori nelle due partite precedenti per stimolarlo. Osi che fa tripletta, esulta e sembra essere ancora vagamente interessato a far parte della squadra quanto meno per continuare a sperare di finire in un top club piuttosto che in una squadra di metà classifica inglese o di rincalzo in Germania, Francia o Spagna. Zielinski rivede il campo ed onora la maglia giocando come se fosse ancora un calciatore del Napoli. E ancora, Calzona che cazzéa i calciatori che cazzéano i compagni di squadra, dimostrando definitivamente, in meno di dieci giorni da allenatore, che per Garcia e Mazzarri è arrivato il momento di cambiare mestiere. Sì, perché la credibilità di un allenatore passa anche dal fatto di saper gestire questo tipo di aspetti. Calzona ha fatto vedere ancora poco per ovvi motivi e ci sono buone possibilità che le prossime quattro partite (Juve, Toro, Barça, Inter) lo trasformeranno nella nuova versione di Juan Jesus per numero di insulti ricevuti (nota a margine, quanti putridi pezzi di merda si annidano nella tifoseria). Ma se c’è una cosa che l’allenatore calabrese ha già fatto vedere ampiamente, è di essere in grado di stabilire chi decide e chi esegue e chi è deputato a cazziare e chi no. Sarò estremista ma sono un sostenitore del metodo Delio Rossi applicato a Ljajic per quelli che pensano di poter contestare i cambi o rompere i coglioni ai compagni. Ciò che lo scorso anno ha funzionato alla perfezione, è stato il buon governo da parte del timoniere, delle personalità ipertrofiche ed egoriferite di questi ragazzini con un talento a scadenza breve, da sfruttare per più o meno una quindicina dei circa 80 anni che hanno da passare su questa terra. Dicevamo dunque: bene Calzona su questa materia, il primo voto che gli si può attribuire è un 7 in Efficienza Testicolare. Valuteremo nel breve i voti su Tecnica, Tattica, Comunicazione, Rapporti col Presidente, Gestione dell’Emotività del Tifoso Medio 1 e 2 e Complementi di Cazzimma, ma all’apparenza sembrerebbe di non trovarsi di fronte ad un altro scapestrato da debito in quattro materie come i due che lo hanno preceduto.

Naturalmente la bullizzazione del Sassuolo di ieri ha riportato qualche barlume di ottimismo. La cosa su cui ragionare bene è relazione tra ottimismo e aspettative. Se ci si aspetta la scalata alla Champions, qualsiasi miglioramento, anche netto, dovesse avvenire nei prossimi tre mesi, sarà comunque fallimentare, a meno di non arrivare appena a ridosso. Purtroppo questo obiettivo non è più alla nostra portata e non si tratta di marcare a peste. Il conto è presto fatto. Servono 69/70 punti per arrivare quarti. Ciò significa che dovremmo fare 30 punti in 12 partite: 10 vittorie e 2 sconfitte o 9 vittorie e 3 pareggi (con 8 vittorie e 4 pareggi arriveremmo a 67 e il fatto che le squadre in ballo siano troppe rende il tonfo altrui non praticabile). La matematica dice che vincerne nove o dieci si può fare, il realismo dice che dovremmo portare la nostra media punti da 1,48 (quella che avevamo fino a ieri mattina) a 2,54. Tendenzialmente impossibile con sprazzi di ridicolo, visto che la media punti dell’anno passato, in cui abbiamo disintegrato chiunque, è stata 2,36. Crederci è un obbligo morale ma non crederci non è pessimismo, è semplice statistica. Per quelli che “sì, ma l’Italia potrebbe avere 5 posti e gnegnegne…”, visto il numero di squadre in lotta, la differenza tra quarto e quinto sarà di un punto, quindi “gnegnegne” è già la risposta.
Semplicemente vanno modificate le aspettative: la Conference diventa l’obbligo, l’Europa League l’obiettivo primario. Due competizioni inutili e vituperate da molti addetti ai lavori, ma anche due trofei assolutamente alla portata (vedi la vittoria di una delle “Rome” più scarse di sempre nel passato recente).
Ma comunque, obiettivi di classifica a parte, già solo tornare a vedere un po’ di calcio, toglierebbe a noi tifosi un po’ di tossine dall’apparato circolatorio, e finalmente ieri, al netto di un Sassuolo da metà classifica in serie C, si è dato un calcio all’indecenza.

 

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