Quando a Pechino, il 7 agosto del 2012, l’arbitro Mazzoleni favorì la Juventus che vinse ai supplementari per 4-2
Basta andare su Google, cliccare “Supercoppa Napoli-Juve Pechino” e se ne trovano di tutti i colori. Da Youtube il titolo più significativo: “La partita più vergognosa della storia del calcio italiano”. Era il 7 agosto 2012. Il Napoli, che aveva giocato una partita più che dignitosa, fu sconfitto dopo i tempi supplementari per 4-2. Ma quella sconfitta maturò in seguito ad una lunga serie di errori commessi dall’arbitro Mazzoleni e dai suoi assistenti in campo, che in quell’occasione, visto che non c’era il Var, erano ben cinque, considerati anche i due collaboratori di linea. Gli azzurri chiusero la partita in nove per le espulsioni di Pandev e Zuniga nel finale del secondo tempo. E fu espulso anche l’allenatore dell’epoca, Mazzarri, che non ne potè più e ad un certo punto si mise a protestare con tutta la rabbia che aveva accumulato in panchina.
Il Napoli era andato per due volte in vantaggio. Con Cavani e con Pandev, ma la Juve era riuscita in entrambe le circostanze a recuperare. Fino ai supplementari. Ma la doppia espulsione di Pandev e Zuniga, nel finale del secondo tempo, che aveva lasciato gli azzurri in grave inferiorità numerica, aveva influito pesantemente sul risultato finale.
Mazzoleni espulse Pandev per proteste, all’apparenza nemmeno troppo plateali: rosso diretto, azzurri in 10 e furenti. Lo diventarono ancora di più al 48’: Zuniga atterrò Giovinco e si beccò il secondo giallo. Mazzarri scattò dalla panchina e protestò a brutto muso col fischietto bergamasco, che lo invitò a raggiungere i suoi due giocatori negli spogliatoi. Già nel primo tempo la direzione di Mazzoleni aveva provocato l’ira di Matri e Behrami, entrambi reclamanti un penalty. I supplementari diventarono l’ovvio teatro del successo juventino. Al 7’ una punizione di Pirlo trovò impreparato De Sanctis, che mancò il pallone in uscita: Maggio colto di sorpresa di testa fece autogol. Splendido, invece, il centro del 4-2, con Asamoah che lanciò Marchisio. Il centrocampista toccò al volo di esterno destro per Vucinic, mortifero davanti al portiere.
Cominciò così la festa juventina e, allo stesso tempo, la contestazione napoletana, con la squadra che per decisione del presidente De Laurentiis si rifiutò di partecipare alla cerimonia della premiazione. Una cosa mai avvenuta prima e mai verificatasi dopo. Un unicum nella storia del calcio.
Il Napoli però si vendicherà due anni dopo a Doha, in un replay della finale, grazie alla doppietta di Gonzalo Higuaín che fece trionfare la squadra allenata da Rafa Benítez.
Quali gli errori più clamorosi di Mazzoleni? Partiamo dal rigore fischiato alla Juventus. Inesistente, perché Fernandez era davanti a Vucinic e andò verso la palla. Poi il contatto c’era stato, ma se ancor oggi guardiamo bene notiamo che Vucinic tocca la palla con il destro, ma il contatto è con la gamba sinistra. È Vucinic che urta Fernandez, che era già davanti. La responsabilità più che di Mazzoleni in quel caso fu del grande Rizzoli, arbitro di porta, che stava a due passi dai giocatori e che segnalò erroneamente il fallo all’arbitro in campo.
Quanto all’espulsione di Pandev fu decretata in seguito ad una veemente protesta del macedone nei confronti del guardalinee. Cose che accadono sempre sui campi di calcio e che mai vengono punite con l’espulsione. Ma quel giorno il Napoli era segnalato, doveva vincere la Juventus.
Sull’episodio di Zuniga Mazzoleni forse fu troppo frettoloso. Espulsione inesistente anche in quel caso: già sulla prima ammonizione aveva subito fallo da Pirlo, se Mazzoleni l’avesse fischiato non si sarebbe generato tutto il parapiglia che ha portò al giallo per Zuniga. Poi, prima del fallo su Giovinco che gli costò il secondo giallo comunque giusto, il colombiano aveva subito fallo da Vidal.
E non è finita: c’era anche un rigore non fischiato per spinta di Barzagli su Behrami. Cavani andò al tiro, che fu deviato in angolo, ma quella spinta sfuggì agli arbitri di porta.
La mancata presentazione del Napoli alla cerimonia di premiazione e gli errori clamorosi (in buona fede?) di Mazzoleni, scatenarono una serie interminabili di polemiche, che interessarono le cronache calcistiche per diversi giorni. Una parentesi davvero nera per il calcio italiano.