Genoa sterminato dal Coronavirus e costretto a scendere in campo, alla ripresa del campionato, con la formazione Primavera. Napoli con due titolari fuori causa, Inter alle prese con un mini-focolaio, Milan senza il suo uomo più rappresentativo, Ibrahimovic, ad oggi ancora positivo. E bisogna naturalmente sempre augurarsi che non spuntino altri positivi di qui a sabato prossimo.
La quarta giornata, che si avvierà tra una settimana proprio con Napoli-Atalanta, si preannuncia con oscuri presagi. Quali saranno i risultati sul campo di Genova, Napoli, Inter e Milan? E se dovessero perdere per colpa delle menomazioni, non trarremmo la conclusione che il campionato è già falsato in partenza? I punti persi in queste tornate incideranno su scudetto, salvezza e partecipazione alle Coppe. È forse necessario che il Covid attacchi anche la Juventus (ipotesi ovviamente non auspicabile) per far capire a Gravina e a Dal Pino (a sua volta contagiato) che così non si può andare avanti e che è meglio prenderne atto ora, che la classifica è ancora liquida, tutta in divenire e che nessuno potrebbe lamentarsi? Sperare di arrivare, in queste condizioni, e con un calendario zeppo fino all’inverosimile, alla fine del campionato è pura follia. Il drammatico aumento dei contagi in Italia, fa purtroppo presumere, statisticamente, che si riverbererà anche su altri calciatori, che, tanto per ricordarlo a quanti ancora farneticano di 3-0 a tavolino, sono uomini e cittadini come gli altri. Rendersene conto solo quando si sarà andati più avanti, significherebbe scatenare montagne di polemiche, di ricorsi, di contenziosi.
Perché non prenderne atto sin da subito e correre ai ripari? Continuare con queste prospettive vuol dire solo cedere agli interessi economici dei presidenti e quindi della Lega. Ma questo sarebbe solo business e non più sport.
Gravina, grazie ad una norma di legge appositamente varata dal Parlamento durante la prima ondata di infezioni, ha sostanzialmente pieni poteri. Ha già commesso un errore clamoroso, quando, terminato il campionato, non ha preso la palla al balzo e non ha ridotto a 18 squadre il novero delle partecipanti. Con gli Europei, programmati per giugno 2021, le Coppe e il Covid in agguato sapeva già da prima che sarebbe stato arduo fronteggiare un calendario così pieno di appuntamenti.
Sapeva da prima che al minimo incidente, e per fortuna il Napoli lo ha fatto involontariamente accadere, si sarebbe entrati nel girone infernale dei rinvii delle partite. Ma non ha avuto il coraggio di mettersi contro la Lega ed ha ceduto.
Ora non gli resta che una sola chance. Questo giornale lo ha sostenendo da tempo: fermarsi, riprogrammare tutto con play off e play out, ridurre automaticamente il numero di partite, mettere nel conto che ci saranno altri inevitabili rinvii, riformulare con il governo quel cervellotico protocollo che va contro tutte le leggi italiane e persino contro la Costituzione, visto che c’è ancora un nutrito stuolo di dirigenti e di giornalisti che ritiene possa prevalere su una norma statale, ignorando il principio della gerarchia delle fonti.
Non sarà un’impresa facile, l’uomo non appare un motivato decisionista. Ma non ha scampo. Oggi ha questa possibilità. Qualora se la lasciasse sfuggire e il campionato dovesse poi saltare, com’è altamente probabile, la responsabilità sarebbe solo sua.