C’è da scommettere. Gattuso contro la Juve schiererà domani tra i pali il suo portiere preferito, David Ospina. Con il Genoa, letteralmente asfaltato, andava bene anche Meret, non fa nulla che non sa giocare con i piedi. Ma contro i padroni del calcio italiano, nella sfida più importante della stagione si deve cautelare, gioca Ospina. Proprio perché a differenza del suo giovane collega, è più bravo con i piedi.
Ormai siamo alla barzelletta. Gattuso è un allenatore ancor giovane ed inesperto e si è lasciato andare ad una considerazione così bislacca che se non la correggerà in corso d’opera potrà rivelarsi per lui fatale. Non si è mai visto nella storia del calcio italiano che si possa scegliere un portiere non per come para. E soprattutto non si è mai visto che un allenatore possa non partire, ufficialmente, con un portiere titolare. Questa alternanza e questo micidiale dualismo fanno certamente male, se non malissimo a Meret, che essendo ancora molto giovane, dovrebbe avere invece solo certezze e sentire fiducia del tecnico e della società. Meret infatti, forse su imbeccata del suo procuratore, ha tentato di chiarire con la società ed avrebbe chiesto persino di essere ceduto. Poi il caso è rientrato, ma certo non è rientrato nella coscienza del giocatore, che si appresta a vivere il suo secondo campionato da incubo. Solo Ancelotti, che pure ha commesso a Napoli errori clamorosi, gli aveva concesso fiducia incondizionata e Meret si era potuto esprimere con grande sicurezza, meritandosi la convocazione in Nazionale come terzo portiere, alle spalle del titolare Donnarumma e dell’esperto Sirigu. Nel calcio moderno il presidente, in linea di massima, lascia fare al tecnico che ha scelto. Ma se il tecnico va fuori del binario, dovrebbe comunque intervenire. Ecco, sottovoce, nel chiuso di una stanza e senza che la questione abbia strascichi ed echi esterni, De Laurentiis, superato l’impasse del coronavirus, si chiami Gattuso e gli faccia capire che non può continuare ad insistere con questo delirio, che produce solo instabilità (tutto sommato lo stesso Ospina non sarà felicissimo) e danni rilevanti alla quotazione di Meret e quindi al patrimonio del Napoli.
Dicevamo degli errori di Ancelotti. L’esperto Carletto ha perso tutte o quasi le partite finali della sua esperienza napoletana perché, dopo l’ammutinamento, complice anche una possibile scelta disciplinare, decise di mettere fuori Allan e di utilizzare a centrocampo il duo Zielinski-Fabian. Nessun filtro a centrocampo e Napoli sistematicamente infilato come un tordo. Ora anche Gattuso ha scoperto la bella coppia e la sta proponendo con costanza. Domani non potrà farlo perché il Covid ha messo Zielinski fuori gioco. Ma resta il problema di fondo. Che li impieghi insieme contro il derelitto Parma o contro il Genoa, piegato nelle gambe dal Covid che già circolava fra molti dei suoi giocatori, è un conto. Ma che possa credere di affrontare formazioni del calibro della Juve con questi due, è davvero azzardato. Finiremo con il soffrire, come abbiamo sofferto per il primo tempo sia a Parma che contro il Genoa. L’infortunio di Insigne lo ha costretto in corsa a mettere in campo Elmas, ed in parte ha riequilibrato la squadra. Ma in assoluto è stato un altro errore, perché il volitivo macedone è solo la copia di Zielinski e Fabian ed anche lui non assicura barriere in mezzo al campo. Un altro errore perché così facendo sostanzialmente imposta un 4-3-2-1 che non ha mai sperimentato prima, che perde vivacità sulla fascia sinistra, dove peraltro continua ad impiegare un fuori ruolo come Hysaj (creando malumore nel tranquillo Mario Rui) e lasciando ad ammuffire Politano.