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De laurentiis fa e disfa la sua tela

De Laurentiis si comporta come Penelope nell’Odissea: ogni volta rompe tutto e riparte da zero
ma verrà mai un Ulisse a salvarlo?

L’applauso, anzi gli applausi che si sono scambiati al termine di Napoli- Torino i tifosi e i giocatori azzurri, hanno dato il senso preciso di quanto la torcida azzurra sia riconoscente avendo capito lo sforzo enorme che il manipolo di uomini guidato da Sarri, al di là di oggettivi limiti, ha fatto per contendere punto a punto, fino a due domeniche fa, il primato della Juventus.

I giocatori, molti in lacrime, hanno risposto da veri uomini nonostante fosse palese il loro dispiacere per la mancata vittoria. In verità, a preparare la gara, ci aveva pensato, come al solito, Aurelio “Penelope” De Laurentiis che, nell’intervista concessa venerdì, alla vigilia della gara contro l’ex Mazzarri, aveva esternato alla grande, disfacendo e demolendo a parole quanto di bello la squadra e il tecnico erano riusciti a fare in stagione. Le sue parole, infatti, se volevano apparire come un ritorno di fiammella verso Sarri, hanno invece fatto riscoprire il volto arrogante di un presidente, anzi di un padre-padrone, che se ne frega altamente se il suo allenatore, pur sotto contratto e con un lavoro di altissimo profilo svolto nelle ultime tre stagioni, decidesse di andarsene e con lui i migliori pezzi della rosa. Anzi, “Penelope” De Laurentiis ha fatto pure capire che sta già guardandosi in giro da un bel po’ se Sarri volesse andar via. Ma con clausola risolutiva pagata! Perciò aspettarsi un Napoli concentrato e sul pezzo, contro il Torino, potevano crederlo solo i puri di cuore o,
evangelicamente, i poveri di spirito. Ed infatti, nonostante il vantaggio per due volte, gli azzurri non hanno saputo ottenere i tre punti contro un Torino che ha fatto un’onesta partita ma niente di più.

Ma se De Laurentiis, da uomo di sport vero, invece di rispondere a cronisti “imboccati” avesse avuto altre parole ed altri spunti per chiudere al meglio la stagione, le restanti tre partite avrebbero avuto tutt’altro senso che quello di “voler” dare l’impressione di una squadra in disarmo, alla frutta atleticamente e mentalmente e, soprattutto, in chiusura di un ciclo? La vera ragione dell’ennesima entrata “a gamba tesa” di ADL è che, come al solito, come è già capitato prima con Mazzarri poi con Benitez, il presidente non vuole chiarezza perchè così é più facile scaricare le colpe sugli altri.

Un gioco stucchevole e puerile che si ritorce in primis contro una tifoseria appassionata e visceralmente un tutt’uno con la squadra. Lo abbiamo scritto anche sette giorni fa che l’ultimo rinnovo tra ADL e Sarri é stato un matrimonio d’interesse reciproco. Adesso, dieci mesi dopo, le cose sono cambiate. Il Napoli, che ha conteso lo scudetto alla Juve fino a 360’ dal termine del campionato, sarà di nuovo ai nastri di partenza della Champions ma con l’obbligo, non solo morale, di far meglio grazie anche ad un mercato che dovrebbe rinnovare speranze e ambizioni con una rosa finalmente attrezzata per competere su più fronti. Ed è quello che vuole Sarri e che vogliono i tifosi.

Ma è quello che può e vuole fare anche Aurelio De Laurentiis? A mio sommesso avviso, credo di no. Non può e non vuole per tutta una serie di motivi, non solo economici che al momento gli fanno convenire di trovare un altro “manico” con un gruppo rifondato o quasi, zeppo dei soliti giovani di belle speranze da valorizzare, acquistati avvalendosi della collaborazione di qualche potente agente di mercato internazionale.
Una logica del “profitto” che non fa una grinza ma che, purtroppo, non fa neanche vincere come meriterebbe un tifo che il suo scudetto l’ha già ampiamente vinto per correttezza e sportività.

I tifosi, si é visto, sono dalla parte di Sarri pur contestandogli un qualche integralismo di troppo. E forse, anche Sarri, con precise garanzie tecniche rimarrebbe, anche se, come ha dichiarato nel post-partita, Ci sono troppiseda superare. Non so se il dio denaro farà trovare un accordo tra i due, facendoli dichiarare nuovamente innamorati. Sarebbe però, a mio giudizio, un finale senza fuochi d’artificio, scandito da “diritti e doveri” a senso unico. La già non facile convivenza di questa stagione tra De Laurentiis e Sarri non sarebbe meno complicata nella prossima in caso di accordo in extremis che, francamente, non vedo. Sarebbe, infatti, un’ipoteca pesante sul futuro di Sarri e della stessa squadra anche perché, diciamocelo francamente, al presidente interessa vincere al tavolo dei premi in soldoni e non necessariamente sul campo. Ecco perché, Aurelio, come Penelope, disfarrà per l’ennesima volta la sua “tela azzurra”. Per finirla, mai!, Anche perché mai, forse, arriverà un Ulisse che lo libererà dai Proci in bianconero…

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