Presidente De Laurentiis ora basta! Adesso stai esagerando, continuando a prendere in giro un popolo di tifosi calorosi e appassionati che hai anestetizzato con le tue controverse esternazioni prive di senso. Anzi, a senso unico: il tuo. Hai sempre messo in cattiva luce Napoli, i napoletani e il Napoli, tra tanti validi giocatori figli di questa terra non ne hai mai preso uno in considerazione, Immobile tra tutti per fare un nome. Ed appena hai potuto ti sei sbarazzato di Insigne affermando che lui non ha voluto accettare la tua proposta (metà del suo ultimo ingaggio, ndr) e che aveva fatto una scelta diversa da comprendere. Magari gli avresti voluto far affibbiare la stessa etichetta di traditore come facesti con Higuain per il quale avevi posto una clausola risolutiva a 94 milioni con tutta l’intenzione di poterlo vendere.
Ora ti stai ripetendo con Mertens e Koulibaly che “se vogliono andar via da Napoli il problema non mi riguarda più dopo la proposta che ho fatto loro” (anche queste al ribasso del loro reale valore di mercato, ndr). Ti sei consentito l’ardire di indicare al pubblico ludibrio un bravo giornalista giovane ma preparato, e, come si dice, sempre sul pezzo, come Fabio Mandarini, sol perché ha osato scrivere il vero, dandogli anche l’eventuale colpa del mancato rinnovo del contratto di Koulibaly. Lunedì ti sei ripetuto per l’ennesima volta con le tue ondivaghe conferenze. C’è qualcosa di strano, enorme e pericoloso in te stesso, un segreto che però non è più tale per chi ha avuto modo di seguirti nelle tue continue alchimie oratorie con le quali finisci sempre per dare la colpa agli altri. Con gran parte della tifoseria che contesta, magari anche esagerando, non hai mai detto neppure una volta “forse qualcosa, qualcosina, ho sbagliato anche io”. Nessuna autocritica. Solo dichiarazioni che si basano su umori temporanei mai su pensieri di progetti concreti. Lo sanno bene gli allenatori, soprattutto i migliori che hai ingaggiato, che, tutti, ti hanno abbandonato dopo la seconda stagione. Le uniche eccezioni, il buon Edoardo Reja, il rilanciato Walter Mazzarri e infine Maurizio Sarri che negli spogliatoi prima della gara si caricava con i giocatori imprecando contro presidente e vice. L’ultima conferenza è l’ennesima occasione persa se si vuole pensare a te come persona e imprenditore innamorato di Napoli, del Napoli e dei napoletani. Sembra invece, nonostante le frasi di circostanza e le solite scelte rimandate ai giocatori, l’occasione perfetta per arrivare prima o poi alla rottura definitiva con tutto l’ambiente. Stai tirando la corda fino a quando non deciderai tu stesso di spezzarla per dire, invece, che si è spezzata per colpe altrui.
A differenza di Conte pretenderesti entrare con dieci euro in un ristorante da cento euro per vivere la tua grandezza e far credere ai tifosi che possono viverla anche loro grazie a te. C’è una differenza, però: tu anche se hai investito, nessuno lo può negare, dai tuoi investimenti hai sempre guadagnato vendendo i giocatori, i migliori, che rimanendo avrebbero potuto vincere e dare corpo ai sogni della tifoseria, hai sempre consegnato briciole di grandezza. E ricostruendo e ripartendo ogni volta senza mai dare un senso compiuto al tuo lavoro tecnico se non al portafoglio e al tuo CdA. È vero, i tempi sono grami e le risorse finanziarie languono, ma non puoi nasconderti dietro frasi auliche ma vuote che vorrebbero dilatare le aspettative dei tifosi nella tua erronea convinzione di riuscire a convincerli che i sogni si tradurranno, per loro, in realtà. E vorresti tutti ai tuoi piedi, a non saper più che dire, e ad aspettare con ansia il tuo verbo. Le ultime 8 stagioni, nonostante buoni campionati, somigliano a un delirio paranoico per tutto l’ambiente napoletano. Più che un presidente sembri molto di più uno dei migliori attori dei tuoi migliori film, un personaggio pirandelliano in una trama kafkiana. Resti per molti un mistero imperscrutabile. Un po’ santo, un po’ diavolo, un po’ Jekyll e molto Hide. Forse sei diventato un po’ cinico e più spietato in un mondo di lupi quale quello calcistico, nel quale anche a ragione, quando la tua Filmauro, è uscita dal paradiso del cinema che conta e ti hanno offerto il Napoli per rilanciarlo e rilanciarti economicamente alla grande. Ora però non puoi continuare a prendere in giro un popolo di fedelissimi che ama una maglia, una sola, di colore azzurro, che quest’anno per moltissime volte hai voluto rendere “diversa” strainfischiandotene della storia e del romanzo popolare di un club dicendo: “Dal 1926 al 1987 non avete vinto nulla, allora non potete rimproverare a me, che non voglio vincere lo scudetto”. Meglio sarebbe che dicessi chiaramente: “A me interessa solo il business”.
Allora forse saremo in molti a crederti e anche ad apprezzarti di più. Sapendo però che le mani nella m**** come hai detto tante volte le hai messe solo per i tuoi interessi e non per salvare il tifo dei napoletani.